Caronia – La comunità si prepara a festeggiare san Biagio, vescovo e martire patrono e protettore della cittadina nebroidea

Nonostante il perdurare della pandemia e nell’obbligo del rispetto della vigente normativa anti-Covid, il parroco, don Carmelo Scalisi, e la Procura Feste, della locale parrocchia di san Nicolò di Bari, hanno predisposto il programma per mantenere vivi gli antichi e profondi sentimenti di amore e devozione della comunità caronese verso il protettore. La funzioni religiose si svolgeranno tutte nella chiesa, a lui dedicata di San Biagio e inizieranno, già lunedì, con la discesa della statua di san Biagio e la sua esposizione alla venerazione dei fedeli. Si procederà con la novena in onore del santo che comprende momenti significativi, segnati dal santo rosario, dalla coroncina, dall’adorazione, dalle sante messe come ogni domenica sia nel centro e sia nelle frazioni di Marina e Canneto e, inoltre, si rifletterà sulle 7 domande contenute nel Padre Nostro per vivere bene la fede.

Per il giorno della festa della Candelora, si benediranno – come di consueto – le candele, mentre, nel giorno della solennità, lo sparo di bombe a cannone aprirà la festa, a, seguire poi, due sante messe mattutine che saranno celebrate da don Carmelo Paparone, fresco di ordinazione, l’una alle ore 9.00, in cui, come da tradizione, è prevista la benedizione ‘ri cuddura’ e l’altra alle 11.00, mentre quella serale delle 18.30 sarà trasmessa via facebook parrocchiale. Per evitare assembramenti e per usare prudenza, l’accesso in chiesa ai fedeli, sarà regolamentato con le prenotazioni e, quest’anno – come del resto già avvenuto lo scorso agosto, in quanto san Biagio viene festeggiato due volte l’anno –, non ci sarà la tradizionale processione accompagnata dalla banda musicale per le vie cittadine e la benedizione della gola. Con la santa messa di ringraziamento si concluderanno, il 4 febbraio, i festeggiamenti del protettore, san Biagio, che, seppure dal diverso sapore, sono finalizzati all’accrescimento di una autentica fede comunitaria.

di Santina Folisi