Caronia – La comunità ha festeggiato il patrono e protettore San Biagio

Senza i consueti e tradizionali festeggiamenti per via del Covid-19, mercoledì scorso, in modalità diversa, la comunità di Caronia ha festeggiato il patrono e protettore San Biagio, mantenendo vivi gli antichi e profondi sentimenti di amore e di devozione nei confronti del santo. In effetti, la ricorrenza della celebrazione del culto – che cade il 3 febbraio di ogni anno – si rivive anche nella seconda domenica di agosto per consentire ai tanti caronesi e non, sparsi nel mondo e devoti a san Biagio, di poterlo venerare. La festa, come da programma predisposto dal parroco don Carmelo Scalisi e dalla Procura Feste, animata per la parte musicale e i canti nel rispetto della normativa, è stata preceduta dalla novena in onore del santo, durante la quale si sono svolti momenti significativi di preghiera e riflessioni sul ‘Padre Nostro’, nella chiesa a lui dedicata di san Biagio e ha visto, anche in modalità diversa, la ricorrenza della Candelora. Delle quattro celebrazioni eucaristiche che si sono svolte nel giorno di festa, due (ore 11.00 e 16.30) sono state celebrate da don Carmelo Paparone, ordinato sacerdote dal vescovo di Patti, s.e. mons. Guglielmo Giombanco, lo scorso settembre, neo parroco, ‘amministratore di due greggi’: santa Febronia e di Ognissanti di Mongiove a Patti, con la partecipazione di don Antonio Lo Presti, di fresca ordinazione diaconale, operante nella parrocchia di Sant’Agata di Militello.

Le altre due, invece, officiate da don Scalisi, l’una alle ore 9.00, accompagnata dal rito tradizionale della benedizione ‘ri cudduri’ (ciambelle di pane e di mandorle che i fedeli, per voto, offrono al santo e, poi, al termine della celebrazione, distribuiscono a tutte le persone) e, l’ulteriore solenne delle 18.30, con la partecipazione di autorità civili e militari locali, la cui funzione è stata trasmessa dalla parrocchia, in diretta facebook. È mancato il rito della benedizione della gola e la tradizionale processione per le vie cittadine. Intense di significato sono state le omelie relative al vangelo. Per don Paparone “i martiri come san Biagio sono testimonianza di fede e ha invitato a offrire a Dio il piccolo martirio quotidiano dell’uomo, fatto di paure, ansie e malattie, affermando che, chi è disperato è perduto e chi ha la speranza scavalcherà le mura”. Don Scalisi ha voluto condividere la riflessione dell’essere fortunati nel possedere il dono della libertà religiosa di essere cristiani, ha sottolineato il valore della fede e della preghiera, ha citato le cifre riportate da un autorevole quotidiano, relative alle violenze e persecuzioni di cui sono oggetto i cristiani del mondo e, per intercessione di san Biagio, chiedere grazie al Signore. Prima della benedizione finale di ciascuna celebrazione eucaristica, sentite preghiere, composte da fedeli locali, sono state recitate per omaggiare il santo e, ieri (4 febbraio), la santa messa di Ringraziamento.

di Santina Folisi