Recentemente, padre Raymond Francalanza OSA ha pubblicato un libro che s’intitola It-Tpespisa tat-Tama (in italiano, Il Sussurro Della Speranza). Come dice l’autore stesso, questo libro è il frutto di un anno di lavoro, esattamente quando padre Francalanza celebrò il Trentesimo Anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Questo libro è prezioso perché contiene delle riflessioni su cose che l’autore ha vissuto in prima persona. Oltre le cose che egli ha esperienziato, nel testo si trovano anche delle speranze nascoste che, in futuro, l’autore spera col cuore che accadranno. Il libro comprende più di 300 pagine con ben 150 riflessioni. Ha un’introduzione e conclusione nella capacità di un intero capitolo ciascuna. Il volume è diviso in cinque capitoli che rappresentano i cinque viaggi che l’autore fa. Alla fine del libro, c’è un indice analitico. Come introduzione a questi viaggi, padre Francalanza fa delle interessanti osservazioni iniziali. C’è chi vede la vita come avventura, missione e, in essa, trova uno scopo. Al contrario, c’è chi la vede senza senso e la considera come un peso, piena di sfide e croci. Ci sono quelli che vedono la vita come qualcosa bellissima, piena di stupore, benedizioni e fascino. Poi, ci sono altri che la vedono come un’esperienza brutta piena di problemi e litigi. L’autore confessa che egli la considera come un viaggio. E, ogni giorno, egli impegna se stesso a camminare secondo il ritmo del viaggio. A volte, si riesce e, a volte, no.
Il primo viaggio s’intitola: Una finestra socchiusa nel mio cuore. In queste riflessioni, l’autore sente che sta cercando dalla cassa del suo passato, ma anche nelle valigie del presente dove sta. In quello che ha scritto, l’autore dice che, inizialmente, c’è una auto foto, ma poi sottolinea che c’è più un mosaico nel suo cuore. Ovviamente, quest’ultimo, mette in evidenza quello che l’ha ispirato e scolpito nel suo intimo. L’autore confessa che, in questo viaggio, sentì se stesso scavare nella profondità del suo io interno. Il secondo viaggio s’intitola: Dall’arcobaleno della vita. Nelle sue riflessioni sulla vita, l’avventura umana, il comportamento umano, la coesistenza delle contrarietà, le ambiguità, i compromessi, l’oppio, le maschere, la cecità e i nostri delitti. E la mania sottile che tutti abbiamo di scappare per non vedere la realtà. Il terzo viaggio s’intitola: L’adorazione … nello spirito e la verità. In questo viaggio, l’autore visita la realtà della chiesa con le sue luci e ombre sia in essa che in noi. L’autore visita la vita della fede e della religione, il sacerdozio e la vita consacrata, la spiritualità, la meditazione e il camino misterioso nel mondo dello Spirito che è soltanto esso che ha la forza di liberare. Il quarto viaggio s’intitola: Quando la vita diventa preghiera. In questo capitolo, l’autore parla, direttamente, dalle esperienze della vita quotidiana, con le sue difficoltà, ritmi, le salite e discese. Quando il tempo è bello tutto è facile, ma quando le vie sembrano confuse e le strade curve, può capitare che il tempo cominciamo a vederlo lungo e pesante perché non possiamo capire tutto. Per l’autore, questi momenti sono degli ottimi istanti per la preghiera. L’autore precisa che la preghiera non è un rituale, una scappata dalla vita o le parole parlate. No! La preghiera è quando la tua vita stessa diventa un’offerta.
Il quinto viaggio s’intitola: Le parole che non si sventano. Queste sono riflessioni su alcuni frasi della Bibbia, alcune sono le stesse parole di Gesù stesso, in alcuni tempi differenti, che hanno toccato il cuore dell’autore. Le sue parole provocano. In esse, trovi espressioni che ti aiutano a camminare nella via della autenticità, mentre hanno la potenza di risvegliare la nostra coscienza che si addormenta. La conclusione ha come nome: La vita che continua. È importante che la vita la vivi con i tuoi piedi sulla terra. Ma, per l’autore, è più importante non perdere in te stesso e stessa il mistero e l’estasi. L’autore si accorge che tutto il ritmo è ancora in lui stesso. Egli confessa che ha tentato di mettere i suoi pensieri nella scrittura perché è ben consapevole che il giorno arriverà quando non sarà più possibile per lui nemmeno dire una parola. Sì, come il viaggio della vita continuerà con suo percorso … anche lui continuerà a camminare e volare … fino al giorno in cui arriverà alla sua Dimora. Questo libro affascinante, perché pieno di ricerca personale di Dio in noi stessi, mi ha fatto molto riflettere su una bellissima frase che sant’Agostino dice nell’omelia 34: “Se vuoi possedere la carità, cerca te stesso e trova te stesso” (Serm. 34, 7). Che sussurro di speranza!
di Fra Mario Attard