Proprio martedì 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore nel Tempio, ho avuto la grazia di cominciare un corso assai affascinante. È un corso online organizzato dall’Istituto della Formazione Pastorale dell’Arcidiocesi di Malta sulla Via della Bellezza o, come la chiamiamo in latino, la Via Pulchritudinis. Che cos’è la bellezza? Come dice benissimo il famoso scrittore e filosofo inglese Roger Scruton, la cosa essenziale è fare la domanda. Perché da quella domanda, emergono tantissime risposte di qualsiasi genere. Oggi, dico che non è importante dare subito la risposta giusta a questa domanda. Forse neanche più tardi della vita si può arrivare alla risposta giusta e succinta sulla bellezza. Una cosa che lo Spirito Santo mi sta insegnando, di continuo, è la seguente: “La vita è come un fiume. Chi può controllare un fiume? E così grande! O, e forse questa immagine sarebbe più adatta, la vita è come un oceano. Di nuovo, chi può dominarlo? Nessuno! Anzi! Chi cerca di dominarlo finisce di essersi sbattuto o capovolto e sommerso. Mentre chi naviga pazientemente e lascia che le onde lo trasportino in avanti, allora quello sì che arriverà alla sua destinazione sano e salvo”.
“E chi ha detto che la bellezza non sia, a volte, tempestosa? Forse non è tempestosa da sé, ma sicuramente altri elementi secondari la possono rendere tale. Il fatto resta che ogni discorso sulla bellezza è sempre un discorso rischioso. E, a volte, fa male anche. Prima di tutto, la bellezza non sta nella sensualità. Sappiamo tutti quanto è grande il vuoto che lascia la sensualità! Quanta sofferenza interna ci dà quando cerchiamo di possederla. Allora, la bellezza non sta nella sensualità per lo scopo di essere posseduta e goduta egoisticamente. La vera bellezza si condivide. Come la luce che non esclude nessuno. E guai se esclude perché smette di essere la bellezza. Ma che cos’è la bellezza?”. Dice lo scrittore libanese Khalil Gibran: “La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce del cuore. E che fa la luce? Illumina!”.Un altro forte pensiero in questa direzione sulla bellezza come luce interno è, sicuramente, quello di Oscar Wilde: “La Bellezza non può essere interrogata: regna per diritto divino”. È questa luce che dà alla bellezza il diritto di regnare. E chi è questa luce? La festa della Presentazione del Signore al Tempio ci dice Gesù! Lui è il Bello!
E, appunto, è tanto bello che, nelle parole di Simeone a Maria e Giuseppe nel tempio, si vede chiaramente la sua vera essenza come luce. Simeone lo descrive esattamente così: “Luce per illuminare le genti” (Luca 2:32). È questa illuminazione, questa luce eterna, entrata nel nostro spazio e tempo umano, ristretto assai, per lo scopo di trasmettere la sua vita eterna che ha in se stessa, ad illuminarci! È di questa dinamica che il vangelo ci sta parlando. È proprio su questo punto importantissimo che valgono tantissimo le saggissime parole dell’allora cardinale Ratzinger nel suo messaggio per l’incontro di Comunione e Liberazione, svolto a Rimini, nel 2002. Nel suo messaggio che s’intitola Il sentimento delle cose, la contemplazione della Bellezza, il cardinale Ratzinger dice esplicitamente: “Chi non ha conosciuto la molto citata frase di Dostoevskij: ‘La bellezza ci salverà?’”. Ci si dimentica,però, nella maggior parte dei casi di ricordare che Dostoevskij intende, qui, la bellezza redentrice di Cristo. Dobbiamo imparare a vederLo.
Se noi Lo conosciamo non più solo a parole, ma veniamo colpiti dallo strale della sua paradossale bellezza, allora facciamo veramente la Sua conoscenza e sappiamo di Lui non solo per averne sentito parlare da altri. Allora, abbiamo incontrato la bellezza della verità, della verità redentrice. Nulla ci può portare di più a contatto con la bellezza di Cristo stesso che il mondo del bello creato dalla fede e la luce che risplende sul volto dei santi, attraverso la quale diventa visibile la Sua propria Luce. Allora, la vera bellezza è avere lo spirito di Cristo che avevano i santi? In altre parole, la santità? Se questa è la vera bellezza perché non cambiamo canale e dalla sensibilità sensuale passiamo alla sensibilità per essere abbracciati e guidati dal santo? Non è questo il verso salto per la bellezza che non ci inganna e delude mai? Allora, d’ora in poi, perché non decidiamo per la santità? Perché la nostra preghiera non diventa la bellissima preghiera che ci orienta alla Bellezza eterna, che ci consola e nutre nella speranza, invece, di darci una marea di sconsolazioni, angosce, paure e tanti, ma tanti, amarezze? Perché non facciamo questa preghiera a Dio in Gesù Cristo? Perché non preghiamo ogni giorno e, sì, ogni istante se è davvero una necessità, della nostra breve vita sulla terra: SIGNORE SANTIFICAMI!
di Fra Mario Attard