Siamo di fronte a una ‘pandemia da inquinamento dell’aria’ che accorcia mediamente di 3 anni l’aspettativa di vita di un individuo e che causa 8,8 milioni di morti premature ogni anno nel mondo, più del fumo e di malattie come AIDS e malaria. Ammontano a 232.959.050 gli anni di vita persi, complessivamente, ogni anno nel mondo per morti premature causate dello smog. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Cardiovascular Research e condotto da Jos Lelieveld e Thomas Münzel dell’Istituto Max Planck e Università di Mainz in Germania, che parlano di “pandemia da inquinamento”. Per confronto, il fumo accorcia l’aspettativa di vita in media di 2,2 anni (ed è responsabile di 7,2 milioni di morti premature l’anno), l’HIV/AIDS di 0,7 anni (1 milione di morti l’anno), malattie come la malaria di 0,6 anni (600.000 morti precoci l’anno). I dati per l’Italia mostrano che l’inquinamento è responsabile di almeno 81.473 decessi prematuri l’anno (dato riferito al 2015), di un monte annuo complessivo di 1.242.579 anni di vita persi e che l’aspettativa di vita persa mediamente da un italiano per l’inquinamento è di 1,91 anni.
Gli esperti hanno considerato le diverse malattie cui l’inquinamento contribuisce, da quelle cardiovascolari a quelle respiratorie, dal tumore al polmone al diabete, etc. È emerso che la prima causa di morte per ‘smog’ è rappresentata proprio dalle malattie cardiovascolari come infarto e ictus, cui si associa il 43% dell’aspettativa di vita persa per l’inquinamento nel mondo. In Europa, una media di 2,2 anni di aspettativa di vita sono persi per inquinamento, di cui 1,7 sarebbero prevenibili. Eliminando le emissioni derivanti dai combustibili fossili (petrolio, etc.), l’aspettativa di vita media nel mondo salirebbe di oltre un anno. A livello mondiale, infine, se tutte le emissioni prodotte dalla mano dell’uomo fossero eliminate, l’aspettativa di vita media crescerebbe di quasi 2 anni. “È notevole che sia il numero di morti, sia gli anni di aspettativa di vita persi a causa dell’inquinamento dell’aria,rivaleggiano quelli del fumo e sono ben più alti di quelli di altre cause di morte”, dichiara Lelieveld. “Dato che l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica è, complessivamente, molto maggiore di quanto creduto finora – conclude Münzel – e che si tratta di un fenomeno mondiale, crediamo che i nostri risultati denuncino l’esistenza di una pandemia da inquinamento dell’aria”. (ANSA)