Gustare la granita caffè con panna e la brioche con il “tuppo” per i messinesi è un rito che non tramonterà mai, certo nel periodo estivo esplode, ma è possibile trovarla anche in inverno. A Messina, abbiamo avuto il piacere di intervistare Umberto Giacalone, maestro di granita e gelati discendente da una famiglia, che da ben 83 anni ha sempre operato nella zona Sud della Città.
Umberto Giacalone come le piace definirsi, pasticciere o artigiano?
“Nulla di tutto questo. Noi siamo maestri di granita e gelatai, la nostra è una tradizione di famiglia che nasce a Messina nel 1936 nella zona di Mare Grosso in fondo all’attuale Via San Cosimo. Sono trascorsi 80 anni da quando mio nonno, Umberto Pantò, creò il primo laboratorio di granite e poi, nel dopoguerra, aprì anche un Bar nel villaggio di Camaro”.
Chi ha continuato la storia della vostra famiglia?
“Nei primi anni ‘70, mio padre Paolo continuò la tradizione di famiglia con un furgone bar, con il quale raggiungeva la periferia Sud di Messina: Minissale, Via Taormina, Villaggio Aldisio, Fondo Fucile e Contesse. Negli anni ‘90, mio fratello Agostino ha seguito le tradizioni di famiglia con un altro furgone bar, insieme si divisero il territorio, sempre nei diversi quartieri della zona Sud di Messina. Nel frattempo mio padre, vista la mole di lavoro, ha realizzato un laboratorio per la preparazione delle granite”.
Oggi la tradizione di famiglia la continua Umberto Giacalone perché?
“Sì, ci sono io perché Agostino ci ha lasciato a causa di un brutto incidente stradale avvenuto nel 2005. Nel 2013, è venuto a mancare anche mio padre, poco dopo l’apertura dell’attuale bar, diventato punto di ritrovo per la gente del quartiere e per quanti amano i nostri prodotti. Oggi, con l’aiuto di mia madre Rosa, l’attività di famiglia continua nel segno della tradizione. Adesso, siamo qui a curare tutti i giorni i nostri affezionati clienti ai quali si sommano quelli telefonici, che curiamo con le consegne rapide a domicilio”.
Granite e gelati perché solo questi prodotti?
“Perché sono quelli che la gente preferisce, noi usiamo solo ingredienti di qualità, che ci hanno accompagnato nei nostri 83 anni di storia. Offriamo ai clienti le classiche mezze granite con panna al caffè, cioccolata e fragola, assieme alla granita limone la ‘regina’ delle granite, tutte accompagnate dalle briosce con il tuppo”.
Prodotti di qualità ci spiega meglio?
“Le faccio un esempio, se lei osserva la nostra granita caffè nota che il colore del caffè è più chiaro, perché noi utilizziamo la caffettiera napoletana, che produce un caffè più leggero e cremoso. La caffettiera napoletana ha un filtraggio lento di circa quattro ore, non spinto dall’acqua che bolle, ma dall’acqua bollente versata sopra il caffè pressato, che lentamente penetra e assorbe tutto il buono del chicco macinato e prodotto a tostatura lenta. Anche per le altre granite noi usiamo prodotti di qualità, come limoni e fragole siciliane, mentre per la cioccolata, usiamo solo una eccellente qualità di cacao amaro”.
Le vostre granite e il gelato sono apprezzate da tutti, avete un segreto?
“Sì, certo, il segreto è stato sempre quello di utilizzare il giusto dosaggio e ingredienti di qualità. Il cliente, negli anni, vuole sentire sempre il solito sapore che si può ottenere solo mantenendo alta la qualità, senza l’utilizzo di coloranti o conservanti. Per la preparazione dei gelati e della panna fresca per le granite, utilizziamo prodotti siciliani e il continuo smercio permette di gustare un sapore unico e sempre fresco”.
Le sue granite piacciono soltanto ai messinesi?
“In tutta onestà, piacciono anche ai turisti che si avvicinano ai nostri furgoni o vengono al bar per gustarle e, nello stesso tempo, per chiedere se utilizziamo il ghiaccio per fare la granita. La risposta se la danno da soli dopo averla assaggiata ‘non è ghiaccio macinato, ma una indescrivibile vera delizia’”.
Ci racconta qualche fatto curioso successo al nonno o al papà?
“Mio nonno e mio padre hanno visto crescere generazioni di messinesi, gente comune, bambini che si avvicinavano al furgone bar, per comprare il gelato con pochi spiccioli in mano, che non bastavano per tutti, ma loro riuscivano sempre a dare a chi non poteva una piccola ostia con gelato, che li rendeva felici”.
I messinesi si ricordano ancora di suo padre?
“Il suo modo di lavorare negli anni è stato apprezzato da tutti, per la gente mio padre era Zio Paolo, ancora oggi quando entrano al bar guardano il poster, con le foto storiche e ci scappa sempre una battuta: ‘Mi ricordo da piccolo quando ancora non c’erano i bicchieri di plastica e gli venivamo incontro con il bicchiere di vetro, era un momento di gioia assaporare la sua granita’”.
di Domenico Interdonato