La Polizia di Stato celebra i 40 anni della Legge 121 del 1981. Una legge che ha ridisegnato l’intero assetto dell’Amministrazione, rendendola più moderna e dinamica, proiettata verso il futuro e capace di affrontarne nuove sfide con efficaci strategie, dal cambio dello ‘status militare’ all’apertura al mondo sindacale, dall’avvento degli ispettori con mansioni investigative al coordinamento tecnico-operativo delle Forze di Polizia, dalla creazione dei ruoli tecnici e sanitari alla parità di genere, che ha garantito alle donne le stesse modalità di accesso e le medesime opportunità di carriera dei colleghi uomini. Quaranta anni di cambiamenti dal 1981 ad oggi, un lungo percorso di importanti traguardi illustrato nel volume ‘La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza. Esserci sempre al servizio del bene comune’, a cura di Carlo Mosca, consigliere di Stato, prefetto e tra i principali ideatori della riforma, in collaborazione con l’Ufficio Relazioni Esterne e Cerimoniale del Ministero dell’Interno e con il contributo di autorevoli figure istituzionali, del mondo ecclesiastico, della cultura e della società civile.
Da Gianfranco Ravasi a Giuliano Amato, da Marta Cartabia a Giovanni Salvi, da Gianni Letta a Gaetano Manfredi, da Maurizio Viroli a Michele Ainis, da Eugenio Gaudio ad Antonio Romano, da Anna Maria Giannini a Marino Bartoletti, che illustrano alcuni tra i temi più significativi per i quali questa straordinaria legge ebbe riflessi riformatori. “Trasformazione e innovazione. Questi i punti salienti di un’importante ricorrenza: i 40 anni dalla Legge 121 del 1981, che determinò la trasformazione del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza nella Polizia di Stato. Nasceva, allora, una polizia moderna, ‘smilitarizzata’ e caratterizzata da una forte identità civile, votata al servizio della comunità. Una legge divenuta, nel tempo, un caposaldo fondamentale della nostra società e, ancora oggi, straordinariamente attuale: la 121 ha, infatti, affidato all’Istituzione una missione non solamente volta a presidio della sicurezza del Paese, bensì proiettata verso la cura dell’ordine democratico e che concorre a rendere vera la libertà di esercizio dei diritti garantiti dalla Costituzione” – Dalla prefazione del libro, Sergio Mattarella, presidente della Repubblica.