Messina – L’eroe pilota Tullio Covre, caduto in mare davanti la spiaggia di Maregrosso

Il pilota Tullio Covre, nato a Villafranca Padovana (PD), il 7 novembre 1917, morto a Messina il 2 luglio 1961. Si arruola giovanissimo nella Regia Aeronautica all’età di 17 anni. Il 24 agosto 1935 acquisisce il brevetto di ‘pilota d’aeroplano’. Nel 1936, entra nella Scuola Caccia di Aviano ottenendo il brevetto di pilota militare e, successivamente, nel 1937, viene inviato in Africa orientale presso la 116a Squadriglia, dove però contrae la malaria e viene rimandato in Italia. Nel 1938, riprende servizio, nel 1939 viene trasferito in Puglia ,e successivamente, in Ungheria, dove nelle vesti di istruttore, addestra al combattimento 60 piloti magiari. Per questi suoi servigi, viene decorato con l’Aquila di Santo Stefano (brevetto nazionale di pilota) e nominato Cavaliere dell’Ordine Reale di Santo Stefano d’Ungheria. Nel 1940, è promosso sergente maggiore e aggregato al 53° Stormo C.T. Ad inizio guerra, è trasferito al C.A.I., in Belgio, presso il XX Gruppo 353 a Squadriglia, che, successivamente, verrà dislocato in Libia e, nell’agosto del 1943, viene destinato al 1° Stormo C.T. dove viene sorpreso dagli eventi armistiziali. Aderisce alla ANR (Aeronautica Nazionale Repubblicana) della costituita RSI (Repubblica Sociale Italiana) e viene destinato al 2° Gruppo Caccia 2° Squadriglia Diavoli Rossi (5a Squadriglia dopo il riordino del febbraio 1945), Nicola Magaldi al comando del capitano Mario Bellagambi. Accreditato dell’abbattimento di un Republic P-47 Thunderbolt e di un North American B-25 Mitchell, nell’aprile del 1945, inizia l’addestramento con i nuovi ME109 ceduti dagli alleati tedeschi, partecipa all’ultimo duello aereo dove perde la vita il sergente Renato Patton ultimo caduto della ANR. Impegnato in un combattimento contro i P-51 Mustang, in coppia con il sergente Antonio Tampieri, viene colpito e mentre si appresta ad abbandonare il velivolo, si rende conto che il suo compagno di volo sta per essere attaccato alle spalle.

Rientrato nell’abitacolo, riesce ad avvertire il pilota via radio dell’imminente pericolo, salvandogli così la vita. Tullio Covre si lancia dal suo aereo, ma resta impigliato nell’antenna radio, riesce però a divincolarsi e a lanciarsi proprio all’ultimo istante. Decorato con Medaglia d’Argento al V.M. e Croce di Guerra al V.M., dopo la guerra, subisce l’epurazione come la maggioranza di chi aveva aderito alla RSI. Nel 1945, si sposa e dal matrimonio nascono ben 7 figli. Ma il maresciallo Covre doveva pur vivere e andare avanti e, così, presso l’aeroporto di Boscomantino di Verona, fonda una pattuglia acrobatica chiamata Frecce Rosse. Nel 1961, anno in cui troverà la morte, partecipa al giro aereo di Sicilia con un Falco della Aeromere. Dopo la prima tappa Palermo-Catania, il 2 luglio riparte in direzione Palermo, ma mentre si trova su Messina, una delle due pale si rompe. Il pilota non si perde d’animo e cerca di compiere un atterraggio di fortuna sulla sottostante spiaggia di Maregrosso, ma essendo stagione estiva, la spiaggia era colma di bagnanti e di bambini di una vicina colonia marina. Tullio Covre, allora, si sbraccia per segnalare l’inconveniente, ma i suoi vistosi cenni vengono scambiati per saluti affettuosi. Così, decide di compiere un ammaraggio, manovra che sarebbe riuscita se il forte impatto con la superficie del mare non gli avrebbe fatto sbattere con violenza la testa sull’intelaiatura della radio di bordo, facendogli perdere i sensi. L’aereo s’inabissa e con lui il generoso pilota. Entrambi verranno recuperati dopo tre gironi a causa delle cattive condizioni meteo marine. Per questo suo gesto di altruismo e generosità, la Fondazione Carnegie gli conferisce una Medaglia d’Argento al valor civile.