In silenzio, se n’è andato il maestro Franco Battiato

Si è spento lentamente e senza accorgersi del trapasso”, ha detto il fratello Michele che, riunito con la famiglia in un doloroso silenzio, nella casa di Milo, alle falde dell’Etna, ha accompagnato Franco fino all’ultimo respiro. Ritornano in mente, con forza, provocando una stretta al cuore, le parole di Franco che, con rara sensibilità e bravura, ha immortalato nelle sue canzoni. Sembra quasi impossibile che sia finita così la sua vita, in modo prematuro e angosciante, vittima di infermità che gli hanno tolto la gioia di esistere, seppure nella consapevolezza delle inquietudini, dei turbamenti e delle ansie che invalidano il percorso della vita. La sua amatissima Sicilia lo piange con sincero, profondo affetto, consapevole della sua grandezza, orgogliosa del bene profondo che ha ricevuto dal maestro. Perennemente, risuoneranno nei cuori di tutti le parole delle sue canzoni. Tra queste Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare, Bandiera Bianca, e La Cura, un capolavoro che induce a percorrere i sentieri dell’amore universale, che risveglia sentimenti, che commuove. Dedicata, forse, alla madre sofferente di Alzheimer, trascina in un altrove dove il bene e l’amorevolezza per l’altro hanno il sopravvento su tutto. “Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via…”. “Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare…”. “E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te”. Le emozioni, che il testo della canzone regala – di cui si è evidenziata solo qualche strofa –, sono davvero celestiali, commoventi, incancellabili. Un vero peccato, anche se di Franco non si perderà mai la memoria, avere perso la sua arte, unica nel suo genere, per sensibilità espressa fino alla morte. “Va bene cosi”, pare abbia detto nel periodo finale della sua vita. “Va bene così”, anche se il dolore per la sua morte non ha toccato solo la sua famiglia, ma l’Italia intera. “Va bene così”, forse anche per il suo prevalente “bisogno di Infinito”. Dalle pagine del Giornale di Sicilia, padre Orazio Barbarino, suo amico, dice che Franco “andava alla ricerca della verità in ogni cosa…, era uno che cercava bellezza ed essenzialità”. Noi gli auguriamo dal più profondo del cuore di averla trovata la verità e con essa la gioia e la pace.

di Sergio Lanfranchi