Al Policlinico di Messina parte il trattamento farmacologico che permette la crescita dell’intestino

L’Assessorato Regionale alla Salute ha autorizzato l’UO di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica del Policlinico Universitario di Messina per il trattamento con Teduglutide nella sindrome dell’intestino corto nel paziente in età pediatrica. Il farmaco permette il recupero della funzionalità intestinale. L’Unità Operativa di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica del Policlinico Universitario G. Martino di Messina – diretta dal prof. Claudio Romano – è l’unico centro pediatrico in Sicilia e, insieme al Policlinico Federico II di Napoli – unici Centri del Sud Italia – ad avere ottenuto l’autorizzazione per il trattamento con Teduglutide nella Sindrome dell’Intestino Corto (SBS) nel paziente in età pediatrica. “Questo riconoscimento consente ai bambini siciliani e calabresiaffetti da Sindrome dell’Intestino Corto di potere essere curati nella propria Regione o vicino casa.Infatti, il 15-20% di questi bambini con Sindrome dell’Intestino Corto (SBS) è destinato allanutrizione parenterale per il resto della vita e una percentuale intorno al 10-15% di essi va incontro a decesso a causa delle complicanze di questa tecnica. Inoltre, le terapie chirurgiche di questa sindrome, il trapianto di intestino e la chirurgia viscerale (non trapiantologica) di allungamento di intestino non hanno dato risultati promettenti con alto indice di mortalità” – spiega il prof. Claudio Romano. “Il trattamento con il farmaco Teduglutide, analogo del GLP2, permette la crescita dell’intestino in tutte le sue parti e funzioni con possibilità di svezzamento dalla nutrizione artificiale o di riduzione dei giorni di trattamento. Da un lato, questo importante traguardo raggiunto dalla ricerca clinica e farmacologica consentirà ai nostri bambini di affrontare con maggiore serenità e minori rischi questa malattia, dall’altro un ulteriore, impegnativo, ma prestigioso riconoscimento dell’attività clinica svolta presso il nostro Policlinico Universitario”, conclude il prof. Claudio Romano.