Troppe volte finiamo nel pozzo,
senza che ci segua la luna,
camminando sulla cedevole terra bruna.
Troppe volte ci franano addosso
gragnole di ciottoli,
enormi massi
celati da inutili, beffardi cartelli.
Spettatori fragili e inermi,
ci specchiamo fra la cronaca narcisa,
osserviamo, distanti,
l’azione di soccorritori ignoranti,
volenterosi, volontari.
Quaggiù non arrivano i riflettori
né il calore ed il coraggio della madre.
Scivoleremo assieme
nel viscido cunicolo,
lentamente precipiteremo,
senza nessun freno.
Ci raggiungeranno, sfiniti,
dal pozzo parallelo.
Dammi la mano
che sono vicino,
vicino a te,
tenero fiore
in un folto giardino.
@ Ermio Pasquale (in memoria del piccolo Alfredino Rampi)