Nel convento di Santa Maria del Gesù Superiore giace una delle tante storie dimenticate di Messina

Tra le pietre dell’antico convento di Santa Maria del Gesù Superiore giace una delle tante storie dimenticate di Messina. È la storia di Antonello, pittore sacro e ritrattista sublime che, come pochi, ha impresso la sua orma nella storia dell’Arte Europea. Un autentico ‘brand’ della nostra città, presente nei musei di tutto il mondo e la cui tomba – secondo tesi sempre più accreditate – sarebbe proprio allocata nel sito archeologico di viale Giostra Alto. Un sito prezioso, insomma, che, ormai da ben dieci anni, un meritorio gruppo di volontari – coordinati da Pippo Previti – tenta di salvaguardare dal degrado nel quale cieche o colpevoli istituzioni si ostinano a relegarlo. Richieste, mobilitazioni civiche, appelli agli enti preposti tra cui, più recentemente, l’ateneo cittadino, non sono finora stati sufficienti a promuovere e attuare gli scavi e prelievi necessari a dimostrare se è fondata la tesi secondo la quale i resti di Antonello si troverebbero proprio lì, nella cripta della chiesa medievale, come le sue ultime volontà richiedevano. È stato – e non certo a caso – questo straordinario luogo della memoria a ospitare il primo evento pubblico del Comitato Messina: la città dimenticata, ove si è parlato, appunto, di Antonello e della sua arte, ma anche dei programmi e le speranze di quanti da anni lottano per un adeguato riconoscimento della dignità del sito di Santa Maria del Gesù Superiore. Un sito le cui origini si perdono nel tempo, essendovi stati reperiti addirittura i resti di antiche terme romane.

La magia della pittura antonelliana e il ventaglio di simboli che vi sono espressi è stata oggetto della dotta narrazione di Carmelo Micalizzi, autore di più di un testo sull’argomento, mentre Pippo Previti e Piero Giacobello hanno ripercorso le tappe della storia del sito fino a oggi. Una storia che lascia senza fiato per le pluristratificazioni urbanistiche e la ricchezza dell’oggettistica che ne sono emerse. Una storia che le pietre diligentemente raccontano perché le pietre – come ha premesso Giuseppe Ruggeri, presidente del Comitato – “sono paragonabili alle lettere, che da sole non hanno senso, ma poste una accanto all’altra formano parole e le parole sono alla base della spiegazione della realtà, e della comunicazione di questa realtà. Nelle pietre è scritta la storia, e quella di Messina è una storia che ha tanto da raccontarci. Dobbiamo solo aver la pazienza di metterle insieme, poi il resto verrà da solo”. Al termine del dibattito, si è proceduto al sorteggio della riproduzione, in scala reale, dell’Annunciata di Antonello, il ricavato dei cui biglietti è stato interamente destinato alle attività del comitato.