Sabato 12 giugno 2021, l’arcivescovo di Malta, Charles Jude Scicluna, ha inaugurato il nuovo dipinto del coro presso la Basilica Minore della Natività di Maria, a Senglea. Nel corso degli anni ‘30, parti del soffitto della Basilica furono dipinte dall’artista prof. Giuseppe Briffa, seguito da uno schianto a causa di un attacco aereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni settori del soffitto della basilica sono stati dipinti dall’artista prof. Giuseppe Briffa negli anni ‘30. Un attacco aereo ha provocato l’80% dei danni all’architettura. Così, le opere precedenti sono state distrutte. Dopo la guerra, lo stesso artista si offrì di ridipingere lo stesso soffitto; tuttavia, è morto durante il processo di restauro. Nel frattempo, la basilica veniva decorata e il desiderio di finire il soffitto era costante durante il ministero pastorale del rev.do arciprete John Sladden e del rev.do arciprete Vincent Cachia. Negli archivi dell’Arcidiocesi, sono state trovate diverse petizioni riguardanti la ripresa del dipinto del soffitto. L’artista Frank Portelli dipinse la cupola, le lunette e l’abside. Tuttavia, la storia si è ripetuta quando l’artista è morto e le procedure si sono fermate.
Nel 2018, il rev.do arciprete Robin Camilleri, insieme al Capitolo, ha chiesto l’approvazione dell’Arcidiocesi per completare le opere dell’artista Manuel Farrugia. La prima fase è compiuta ed è stata inaugurata sabato 12 giugno 2021, un anno molto importante per la città di Senglea. Quest’anno, Senglea commemora due centenari della Chiesa a Malta: 100° Anniversario dall’intitolazione di una Basilica e dall’Incoronazione della celeste e benedetta Statua di Marija Bambina. Il messaggio impartito dalla composizione artistica sul soffitto del coro è la profezia dell’Avvento del Messia, in cui, seppur indirettamente, troviamo riferimenti a Maria. La Vergine rappresenta una delle ultime tappe preparatorie al compimento del mistero dell’Incarnazione, il mistero principale nella Sacra Scrittura. Il dipinto sul soffitto del coro ricorda la natività di Maria, che fu una delle tappe principali che portarono alla nascita di Gesù. L’intuizione che pervade il progetto di decorazione di questa e di altre parti della basilica è mariana-biblica, che comprende episodi degli apocrifi dato che alcuni episodi significativi della vita di Maria non si trovano nella Sacra Scrittura.
Ai lati, sopra le finestre, due profeti che fanno parte del piano dell’antico testamento che porta all’incarnazione; questi sono Isaia ed Ezechiele. Nei libri di questi profeti, troviamo i riferimenti più notevoli al concepimento e alla nascita di Cristo che si è realizzato per opera di Maria. Era, quindi, opportuno che questi due profeti venissero raffigurati lì, nel santuario della basilica dove è custodita la miracolosa e devota statua della Vergine Maria. Si possono vedere dei rotoli nelle mani di questi profeti; questi recitano: “Pertanto, il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is 7,14) e “Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c’è passato il Signore, Dio d’Israele. Perciò resterà chiusa” (Ez 44,2). La giovane donna incinta e la porta per la quale nessuno entrerà si riferiscono a Maria. Nella parte centrale del soffitto vediamo la nascita di Maria con la Santissima Trinità ammirando questa scena con tanti angeli intorno. Gli angeli rappresentano i messaggi che il Dio Uno e Trino manda sulla terra, e, quindi, questi angeli richiamano alla mente il messaggio gioioso che questa nascita ha portato al mondo intero, perché ha segnato l’inizio dell’ultimo capitolo nel lungo periodo di attesa del Messia.
La Santissima Trinità è rappresentata in modo insolito: più che un uomo anziano, un giovane e una colomba, le Tre Persone della Trinità sono raffigurate come tre uomini che condividono lo stesso aspetto. Le diverse Persone si riconoscono attraverso i simboli che portano: il Padre è quello con lo scettro, il Figlio si riconosce dalla sua posizione alla destra del Padre e dalla croce che sta abbracciando; lo Spirito si riconosce dal fuoco emesso dal corno che tiene in mano. L’artista scelse di raffigurarli con sembianze simili per ricordare l’uguaglianza tra le Persone della Trinità, secondo la dottrina espressa nei Concili di Nicea e Costantinopoli nel IV secolo. Questo era anche il modo in cui la Santissima Trinità era raffigurata nell’arte paleocristiana dal IV secolo in poi. Sotto la Trinità, c’è la scena della nascita di Maria, che è vista come una bambina fasciata tra le braccia della madre. Accanto a loro, c’è suo padre e alcune ancelle. Questi mostrano che Maria, nonostante sia stata benedetta in modo privilegiato, era ancora una persona come tutte le altre che dipendeva dagli altri per i suoi bisogni. Il letto su cui è nata Maria ricorda un tempio; questo perché la sua nascita è stato un evento sacro voluto da Dio per l’adempimento del suo piano. Gli oggetti portati dai putti sopra il letto – la corona e il giglio – indicano l’ascendente regale di Maria e la sua perpetua purezza. Lei era veramente un tempio adatto per ricevere in lei il Verbo eterno e dargli un corpo dalla sua carne. La decorazione della parte inferiore del soffitto, sotto le finestre, sarà realizzata con diversi fiori che rappresentano Maria. I primi due, che si trovano nel coro, sono il mirto comune, che rappresenta la verginità della beata Vergine, e la brionia nera che fin dai tempi passati rappresenta la nascita di Maria.
Dolce Bambina Maria,
che destinata ad essere madre di Dio
sei pur divenuta augusta sovrana
e amatissima madre nostra,
per i prodigi di grazie che compisti fra noi,
ascolta pietosa le mie umili supplice.
Nei bisogni che mi premono da ogni parte,
e specialmente nell’affanno che ora mi tribola,
tutta la mia speranza è in te riposta.
O santa Bambina,
in virtù dei privilegi che a te sola furono concessi
e dei meriti che hai acquistati,
mostrati ancora oggi verso di me pietosa.
Mostra che la sorgente dei tesori spirituali
e dei beni continui che dispensi è inesauribile,
perché illimitata è la tua potenza sul cuore paterno di Dio.
Per quell’immensa profusione di grazie
di cui l’Altissimo ti arricchì
fin dai primi istanti del tuo immacolato concepimento,
esaudisci, o celeste Bambina, la mia supplica,
e loderò in eterno la bontà del tuo cuore. Amen
di Fra Mario Attard