Una reliquia prodigiosa: Il bastone con cui san Francesco di Paola attraversò lo Stretto di Messina, tenendo stretto un lembo del suo mantello all’estremità superiore, come se fosse una vela. Fu questo il miracolo più grande del santo taumaturgo. Dalla sua Calabria, si mise in viaggio a piedi e senza denaro, con due suoi compagni di vita eremitica, per andare alla volta di Milazzo, invitato dai cittadini che desideravano averlo tra loro. Giunse a Catona, di fronte al Faro di Messina, dove nella spiaggia s’apriva un piccolo porto da cui partivano le barche. San Francesco chiese a un barcaiolo, per amore di Gesù Cristo, un passaggio per Messina, ma questi glielo rifiutò seccamente. Allora, s’inginocchio e chiese l’aiuto al Signore che gli ispirò il da farsi, benedì il mare, distese il suo mantello e – così come ho detto – attraversò lo Stretto di Messina. Questo prodigio incredibile avvenne veramente, non c’è stato trasmesso solo dalla tradizione, ma ci viene attestato da deposizioni giurate; avvenne alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti i presenti. San Francesco sbarcò nel punto dove si trova la chiesa a lui dedicata, chiamata anche Santa Maria dell’Arco, dove su di una parete si trova una lapide che ricorda il prodigio. Il grande papa Pio XII, appunto, lo proclamò patrono della gente di mare. Nel 1948, Messina ha avuto l’onore di ricevere le reliquie del santo, tra cui il prodigioso mantello. Solenni furono, allora, i festeggiamenti. L’indimenticabile arcivescovo, mons. Paino, invocò la sua benedizione e protezione sulla nostra città.
di Alfonso Saya