Qualche pensiero ora che sono entrato nelle acque dei cinquanta anni

Giovedì 26 agosto, il Signore mi ha dato la grazia di compiere quarantanove anni. Questa per me è già una grande grazia davvero! Sfortunatamente, e come tantissime persone nella vita, la mia carissima sorella Josephine non ha avuto l’opportunità di vivere così a lungo. Però la vita va avanti. E avanti andiamo anche noi, ovviamente felicemente o meno perché accompagnati dal numero degli anni che portiamo dietro. È vero quello che dice Malcolm Forbes: Il mio compleanno! Che un suono diverso aveva questa parola nel mio orecchio giovanile. Quando ero più giovane non mi rendevo conto che stavo crescendo. Ma ora, che sono praticamente sulle soglie di un mezzo secolo, adesso il discorso cambia assai! Mi sto invecchiando! Ad alcuni questa parola fa un grandissimo timore perché secondo loro invecchiarsi significa prepararsi alla morte e, soprattutto, ai definiti stati di salute dove non manca certo la stratemuta sofferenza. E questo è verità delle verità: Chi vuole soffrire? Alcuni di noi ragionano nel loro cuore: Il dolore non ci fa onore. Ma è vera questa affermazione o c’è qualcosa di più nella vita? Penso che la risposta è più bella e meno tragica della domanda. La vita ci offre le opportunità a vederla in un modo più ampio, aperto, e sì, autentico. Col crescere degli anni, si presenta davanti alle nostre coscienze il dolce invito ad andare nell’essenza delle cose. Per esempio, questo quarantanovesimo compleanno mi ha fatto pensare sul serio su quello che scrive Oscar Wilde quando dice: “Una vita senza amore è come un giardino senza sole e coi fiori appassiti”.

La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient’altro può portare. E se l’amore condiviso è la cosa più bella che esiste della vita, il crescere negli anni ci insegna che dobbiamo investire di più e sul serio nelle relazioni. La prima relazione o la relazione delle relazioni è quella con Dio, fonte di ogni bene. È solamente da Gesù che noi cominciamo a imparare come amare. Gesù è la relazione incarnata di Dio con noi. Gesù ci insegna come dobbiamo comportarci in ogni relazione che viviamo nella nostra vita, inclusa quella intrapersonale, con noi stessi. Nel silenzio del convento del mondo, mi vengono spontanee le parole di papa Francesco durante la sua omelia nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, di giovedì 19 giugno 2014: “Nell’Eucaristia si comunica l’amore del Signore per noi: un amore così grande che ci nutre con se stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze”. Gesù Eucaristico ci aiuta a renderci conto che, come dice papa Francesco in questa frase conosciutissima sul mondo web: “Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccolo”. L’umiltà è la base di ogni vera grandezza vale a dire, saggezza. C’è un regalo più bello, grande e fruttuoso della vera umiltà? Se il Signore mi darà la grazia di essere catechizzato dall’umiltà… allora vale la pena adesso che sono entrato nelle acque dei cinquanta anni di vita!

di Fra Mario Attard