Nella missione c’è la dedizione

Proprio in questi giorni, una carissima amica e sorella mi ha chiesto perché nella missione c’è la dedizione. La sua intelligente e sensibile domanda mi ha condotto a fare un grande esame di coscienza. Certo, non per giudicare me stesso, una cosa che non ho mai il diritto di fare, ma per sapere il perché di questa affermazione. Lo Spirito Santo mi ha condotto alla famosa lettera enciclica di papa san Giovanni Paolo II sulla permanente validità del mandato missionario, Redemptoris Missio. In questa encliclica, che esattamente si concentra sulla missione, la parola dedizione è menzionata ben tre volte nell’intero testo. Nel primo luogo, la parola dedizione si riferisce agli più piccoli e vulnerabili. La Redemptoris Missio dice: “D’altra parte, in questo campo, il nostro tempo offre nuove occasioni alla Chiesa… l’affermassi tra i popoli di quei valori evangelici, che Gesù ha incarnato nella sua vita (pace, giustizia, fraternità, dedizione ai più piccoli)” (n° 3). Poi, papa Wojtyła parla sulla dedizione quando si fa accenno e mostra il suo apprezzamento per tutti quelli che evangelizzano tramite le opera di carità e di promozione umana, dice: “Ringrazio i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i laici per la loro dedizione, mentre incoraggio i volontari di organizzazioni non governative, oggi sempre più numerosi, che si dedicano a queste opere di carità e di promozione umana. Sono, infatti, queste opere che testimoniano l’anima di tutta l’attività missionaria: l’amore, che è e resta il movente della missione, ed è anche ‘l’unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto, cambiato o non cambiato’. È il principio che deve dirigere ogni azione e il fine a cui essa deve tendere. Quando si agisce con riguardo alla carità o ispirati dalla carità, nulla è disdicevole e tutto è buono” (n° 60).

In terzo luogo, la parola dedizione in questa enciclica venne usata da papa Giovanni Paolo II come chiamata ai giovani per dedicarsi a Dio e al prossimo. Sottolinea il santo pontefice polacco:Mi rivolgo, perciò, ai battezzati delle giovani comunità e delle giovani chiese. Siete voi, oggi, la speranza di questa nostra chiesa, che ha duemila anni: essendo giovani nella fede, dovete essere come i primi cristiani e irradiare entusiasmo e coraggio, in generosa dedizione a Dio e al prossimo; in una parola, dovete mettervi sulla via della santità” (n° 9). Allora, nella prospettiva dell’enciclica Redemptoris Missio, nella missione c’è la dedizione perché è la natura della missione cristiana stessa di essere dedicata a quelli che soffrono. La vera missione è sempre intrinsecamente collegata alla carità e solidarietà. Ovviamente, questi ultimi devono sempre essere disponibili tramite la dedizione della persona o persone in questione. Secondo: la missione cristiana richiede che tutti i credenti siano dedicati verso Dio nel loro prossimo. Terzo: l’essenza della missione attira i giovani a non sprecare il loro prezioso tempo e non distruggere la loro preziosa vita in cose inutili, ma a dedicarla, invece, a chi ha veramente bisogno della loro carità. In un modo più ampio, tutti i credenti sono invitati a lasciare lo Spirito di Dio, lo Spirito dell’Eterna Giovinezza, di rigenerare la loro missione con una dedizione più aggiornata, coraggiosa e fervente. In fin dei conti, papa Francesco ha fatto una splendida conclusione a questo argomento quando nella sua esortazione apostolica sull’annuncio del vangelo nel mondo attuale, Evangelii Gaudium, ci dice: “Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita” (n° 274). Nella missione, c’è la dedizione perché in ballo c’è il dono della mia vera, propria e unica vita!

di Fra Mario Attard