In una dichiarazione rilasciata in occasione della Stagione della Creazione di quest’anno (1 settembre – 4 ottobre), la Commissione Interdiocesana per l’Ambiente (Kummisjoni Ambjent nella lingua Maltese), mette in evidenza una serie di esempi di greenwashing che hanno caratterizzato lo scenario locale nel corso dei 16 anni quando è stata creata. Greenwashing è la pratica di fare affermazioni infondate o fuorvianti sui benefici ambientali di un progetto al fine di farlo apparire più ecologico di quanto non sia realmente. La KA (Commissione Ambiente) è molto critica del modo in cui le dichiarazioni pubbliche cercano di guadagnare credibilità sostenendo che le decisioni si basano su studi scientifici che, il più delle volte, non vengono mai pubblicate e rese disponibili per il controllo pubblico. Di conseguenza, i cittadini comuni devono accontentarsi dell’interpretazione data da chiunque possa avere un interesse acquisito nel vedere un particolare progetto andare avanti.
Ad esempio, la KA si riferisce alla relazione 2017 relativa all’industria edilizia e al mercato immobiliare a Malta e al suo aggiornamento (che è servito come scusa per giustificare un edificio più insostenibile); gli studi di fattibilità sul tunnel che collega le due isole (sul quale la decisione di procedere è già stata presa – e approvata dal parlamento – anche se non TUTTI gli studi sono stati completati); e agli studi sul Progetto Central Link (la cui mancanza di pubblicazione ha dato origine a molte speculazioni). La KA ritiene che il pubblico maltese meriti maggiore rispetto e che importanti studi sulle questioni ambientali non debbano più essere tenuti sotto copertura, come molto spesso è prassi per anni sotto entrambe le amministrazioni. La KA critica il modo in cui prima di ogni elezione generale, l’opinione pubblica è portata a credere che ciò che ha da dire sarà apprezzato e rispettato, ma in realtà è quello che i consulenti hanno da dire e le relazioni misteriose menzionate che hanno l’ultima parola. Non sarebbe saggio apneare la consulenza professionale. Ma i consulenti sono tenuti a basare i loro consigli sulla ricerca e sui dati pubblicati, piuttosto che sulle intuizioni personali. Inoltre, non dovrebbero mai ignorare ciò che la gente ha da dire quando si prendono decisioni, soprattutto se ciò che dice il consulente va contro l’opinione pubblica in generale.
La KA si riferisce alla strategia prevalente in base alla quale si giustificherebbe un progetto ritenuto dannoso per l’ambiente, proponendo una soluzione che al valore nominale la renderebbe meno dannosa. Queste “soluzioni” portano solo il grande pubblico a concentrarsi sul dettaglio, piuttosto che sulla questione più importante, vale a dire se tale progetto è effettivamente necessario. I casi in questione sono la presentazione di piani riveduti per alcuni progetti in cui il numero di piani è diminuito, dove viene dato più accesso al pubblico, e dove il paesaggio è reso più cospicuo – un chiaro tentativo di rendere il progetto proposto apparentemente più ecologico che ci porta a dimenticare che il progetto mangerebbe di più i nostri spazi aperti. La KA parla anche di un altro caso di cattiva pratica – quello di dividere una proposta per un progetto enorme in fasi, con ogni fase presentata nel momento più favorevole per ottenere l’approvazione.
La KA critica anche chiunque, all’interno della Chiesa, scelga di causare danni ambientali attraverso vari progetti (piccoli o grandi) vendendo o affittando terreni per uno sviluppo irresponsabile con la scusa di affrontare i bisogni pastorali e sociali. La nostra fede ci obbliga ad apprezzare (più di chiunque altro) ciò che Dio nel suo amore ha creato, disapprovandoci e dissociandoci da qualsiasi sviluppo che non sia sostenibile anche se consentito dalla legge. La KA lamenta che il nostro Paese ha fatto molto poco, se non altro, per affrontare seriamente le questioni ambientali, poiché sostiene che le autorità hanno paura o sono caute a non infastidire l’elettorato (o un particolare settore della società). Ad esempio, cita il ritardo nell’arresto una volta per tutte l’uso di contenitori e imballaggi in plastica. Sollecita un’azione immediata anche per la giustizia economica con produttori e importatori che, attraverso un grande senso di responsabilità, hanno già investito in alternative sostenibili.
La KA avverte che il nostro Paese ha urgente bisogno di stabilire limiti alla nostra crescita, e afferma che se crediamo veramente nello sviluppo sostenibile, ogni progetto deve essere pianificato in modo tale da trovare un equilibrio paritario tra ambiente, economia e interessi sociali. Bisogna accertare che il prodotto interno lordo del nostro Paese cresce attraverso iniziative che rafforzano soprattutto il nostro benessere. È incoraggiante notare il numero sempre crescente di persone che esprimono le loro preoccupazioni nella materia ambientale. Ma questi devono stare attenti a non cedere ai tentativi di far contare la loro voce con la politica di parte. L’obiettivo finale di tutti i nostri sforzi dovrebbe essere il consolidamento del bene comune assicurando la migliore qualità della vita. La KA conclude la sua dichiarazione esortando tutti i maltesi a impegnarsi a mostrare il vero rispetto per la nostra Patria di cui portiamo il nome.
di Fra Mario Attard