Venerdì 29 ottobre, è stata una giornata speciale per tutti quelli che amano la carità nella giustizia. Era la prima festa liturgica del beato Rosario Livatino. Nella mattina, avevo la grazia di celebrare la consueta messa mattutina delle ore 6.30 presso la cappella del Centro Oncologico Sir Anthony Mamo. In quella messa, abbiamo ricordato il beato Livatino come un martire per la giustizia e la carità. Livatino è un esempio eccellente di come il bene vince sul male. Poi, la cosa che colpisce nella vita di questo santo giudice è proprio quanto la carità sia il fulcro della legge stessa. Diceva Livatino: “La giustizia è necessaria, ma non sufficiente, può e deve essere superata dalla legge della carità che è la legge dell’amore, amore verso il prossimo e verso Dio, ma verso il prossimo in quanto immagine di Dio, quindi in modo non riducibile alla mera solidarietà umana; e, forse, può in esso rinvenirsi un possibile ulteriore significato: la legge – pur nella sua oggettiva identità e nella sua autonoma finalizzazione – è fatta per l’uomo e non l’uomo per la legge, per cui la stessa interpretazione e la stessa applicazione della legge vanno operate col suo spirito e non in quei termini formali”. Nel mondo di oggi, quando l’arroganza e il potere non hanno limiti, è molto importante sottolineare che entrambi i due mali non sono più tollerati. In più, questa intolleranza non è soltanto presente nel senso nazionale e internazionale, ma anche a livello familiare, comunitario ed ecclesiale. Infatti, è un male inimmaginabile quando una persona impone se stessa sull’altra. Tutti noi abbiamo la libertà come figli di Dio e nessuno ha il diritto di possedere gli altri. La santa presenza del giudice Livatino è un forte e chiaro messaggio contro il bullismo e la possessività nelle relazioni. Inoltre, la personalità di Livatino è un forte e solido ‘NO’ alle cricche sociali, politiche, familiari, ecclesiali e anche nella vita consacrata. Rosario Livatino diceva: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili. Se tu e io vogliamo essere credibili diamo a ogni persona che incontriamo la dignità dei figli di Dio che lui e le ha”. Non è questa la vera carità nella giustizia? Non è per questo che il beato Rosario Livatino ha dato generosamente la sua vita?
di Fra Mario Attard