“L’Accordo di Glasgow è inadeguato a fronteggiare l’emergenza climatica, soprattutto per le comunità più vulnerabili dei paesi poveri, ma si mantiene ancora vivo l’obiettivo di 1,5 gradi C”. Così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commenta l’intesa firmata a Glasgow che per l’associazione ambientalista non è delle migliori. “Tra i punti dolenti – continua Ciafani –, c’è la questione cruciale dell’abbandono dei combustibili fossili affrontata in maniera inadeguata, anche se la loro strada è ormai segnata. E il fatto che non sia stato fatto nessun passo in avanti sulla creazione del fondo Loss and Damage Facility per aiutare i paesi poveri a fronteggiare la crisi climatica e sui cui, a Glasgow, è mancato un forte impegno da parte dell’Europa. Per fronteggiare la crisi climatica e per centrare l’obiettivo di 1,5 gradi, è fondamentale che tutti i paesi più avanzati, a partire dall’Italia, aumentino al più presto i propri impegni di riduzione delle emissioni climalteranti e garantiscano un adeguato sostegno finanziario all’azione climatica dei paesi più poveri”. (ANSA)
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