“Condizioni assolutamente precarie delle sedi giudiziarie messinesi, che da decenni mortificano la dignità degli attori della giurisdizione, del personale del suo ministero e dell’utenza”, sono le parole contenute nella lettera consegnata, oggi pomeriggio, al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, in visita al Palazzo di Giustizia di Messina, da parte del consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina che ha voluto riaccendere i riflettori sulla questione edilizia giudiziaria nell’area metropolitana. Ad accogliere il ministro nell’Aula Magna della Corte d’Appello, l’ufficio di presidenza composto dal presidente, Domenico Santoro, dal vicepresidente, Maria Isabella Celeste, dal segretario, Vincent Molina, e dal tesoriere, Aurora Notarianni. “Avvocatura e magistratura nell’anno appena trascorso, in Conferenza Permanente della nostra Corte Distrettuale, hanno costantemente dedicato ogni energia a tale pressante questione – prosegue la missiva –, sforzandosi di offrire al Ministero e a tutti gli enti coinvolti le soluzioni idonee a superare la vergognosa condizione in cui versa l’edilizia giudiziaria della città dello Stretto. È, quindi, con spirito di servizio che ci teniamo a rappresentarLe che sono già disponibili immobili adeguati e non utilizzati dalla sede provinciale dell’INPS diMessina e che per detti locali è stata peraltro constatata l’idoneità strutturale e la disponibilità dell’Ente a cederli in locazione. Si attende solo la stipula del contratto. Senza tacere, poi, il fatto chela soluzione indicata consentirebbe non solo un notevole risparmio economico per il Ministero, ma anche e soprattutto darebbe una risposta concreta al regolare esercizio dell’attività giudiziaria aMessina che altrimenti in breve, brevissimo tempo, dovrà essere sospesa per l’impossibilità di proseguire negli attuali locali, stante l’assoluto pericolo per avvocati, magistrati, personale e per tutti i quotidiani utenti”. L’Ordine conclude sottolineando la necessità di un intervento da parte del ministro Cartabia che “metta fine alle pastoie burocratiche che stanno impedendo la definizione dell’accordo locativo e, in atto, mantengono, a carico dello Stato, un costo milionario per locazioni assolutamente inadeguate”.
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