Messina – Fondi democrazia partecipata per Santa Maria di Mili: Gravi inesattezze del Comune

Sembra incredibile che un ente locale non conosca il proprio territorio eppure… A Messina succede anche questo! Lo scorso anno, ben 207 cittadini, grazie all’opera di sensibilizzazione portata avanti dal Centro Turistico Giovanile di Mili San Pietro, hanno partecipato al bando ‘Democrazia partecipata 2021’, lanciato dal Comune per l’assegnazione del 2% dei contributi versati all’Ente dalla Regione indicando la necessità di mettere in sicurezza la scalinata e il piazzale della Chiesa di Santa Maria di Mili. La Chiesa di Santa Maria – risalente al 1091 e prima tra le chiese normanne di Sicilia – è uno dei veri e propri tesori che il territorio messinese custodisce e per il quale hanno preso avvio, da pochi giorni, i lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Regione Siciliana. I cittadini, con la partecipazione alle votazioni del Bando democrazia partecipata, hanno inteso segnalare la necessità di mettere in sicurezza la scalinata – di proprietà comunale – che permette l’accesso al piazzale dalla S.P. 38: un intervento di fondamentale importanza per permettere di raggiungere in tutta sicurezza del bene a turisti e visitatori. La proposta dei cittadini è stata accolta dalla Giunta Comunale che, con delibera n° 641 del 24/11/2021, ha deliberato di utilizzare le eventuali economie (individuate, successivamente, in circa 5.500 euro) che dovessero risultare dopo l’esecuzione dei lavori per il progetto più votato, il campetto di calcio di Cumia, per quello della scalinata di Santa Maria di Mili, secondo classificato nella votazione online.

È a questo punto che, improvvisamente, il Comune sembra non sapere, non capire o dimenticare che l’unica chiesa di Santa Maria di Mili sul territorio, quella a cui hanno fatto riferimento i 207 cittadini che hanno votato, ben nota ai visitatori ed agli studiosi di storia, si trova a Mili San Pietro: incredibilmente, infatti, gli elaborati tecnici, approvati il 21 dicembre 2021, si riferiscono a un’altra piazza e a un’altra scalinata, quella di Mili San Marco (!). Ci si chiede come sia possibile che nessuno conoscesse la chiesa normanna più antica di Sicilia e con quale motivazione sia potuta apparire a p. 2 della Relazione tecnica dei lavori, accanto alla dicitura indicata dai cittadini (‘messa in sicurezza scalinata e piazzale chiesa Santa Maria’), l’aggiunta ‘di Mili San Marco’ (la Relazione tecnica con tutta la documentazione relativa ai lavori è reperibile sulla pagina della procedura del portale appalti del Comune). Inequivocabilmente, infatti, la Relazione tecnica e il computo metrico si riferiscono alla piazza antistante la Chiesa di San Marco Evangelista in Mili San Marco e non quella di Santa Maria di Mili che, com’è ampiamente noto, si trova a Mili San Pietro. In data 7 febbraio, il Coordinamento per la tutela della Chiesa normanna di Mili ha informato, tramite PEC, il Dipartimento Servizi tecnici del grave errore che ha viziato gli atti del procedimento chiedendo la revoca della procedura per la successiva corretta riformulazione. Ad oggi, tuttavia, a parte alcune rassicurazioni verbali, la pagina del portale ‘Appalti del Comune’ non registra alcuna correzione rispetto alle gravi irregolarità segnalate dal Coordinamento e il rischio che i fondi siano dirottati, in tutto o in parte, su interventi diversi da quelli necessari per la scalinata di Santa Maria di Mili è concreto. A fronte di questa eventualità, nei prossimi giorni, il Coordinamento, in assenza di segnali positivi da parte del competente Dipartimento Comunale, si vedrà costretto a segnalare alla Regione Siciliana la grave violazione di quanto previsto dalla L.R. 28/01/2014 che assegna ai cittadini la scelta sui progetti da finanziare con il 2% dei contributi versati dalla Regione al Comune.

Il portavoce del Coordinamento, prof. Sebastiano Busà