Malta – In migliaia saranno ad assistere alla santa messa di papa Francesco sui Granai a Floriana

Il Comitato Organizzatore Diocesano della visita del papa ha pubblicato un’impronta artistica della piattaforma che verrà costruita sui Granai di Floriana e sulla quale papa Francesco celebrerà la santa messa, domenica 3 aprile, alle ore 10.15. La piattaforma è stata progettata dal direttore artistico, Carlo Schembri, in collaborazione con l’architetto Joe Bondin che ne cura la struttura, nonché il sig. Anton Attard che si occupa della logistica. Il disegno della piattaforma si ispira alla forma del crocifisso, con il cerchio e i raggi che emanano da esso che rappresentano l’eucaristia. La piattaforma è larga 16 metri e profonda 14 metri. Circa 600 sacerdoti saranno sul palco per concelebrare la messa con il papa. Poiché la visita del papa si svolgerà durante la quaresima, dominerà il colore viola, colore liturgico utilizzato durante i 40 giorni di quaresima. Al posto dei fiori, la piattaforma circonderà la flora trovata a Malta e menzionata anche nella Bibbia.

Al centro della piattaforma, ci sarà un crocifisso di fabbricazione locale, probabilmente verso la fine del XIX secolo, e noto tradizionalmente come ‘Kristu tal-Ġogi’ (Cristo dei Giunti). Il crocifisso si trova nella cappella della Curia Arcivescovile di Floriana e appartiene alla chiesa dedicata a San Nicola (‘Tal-Erwieħ’, ‘Delle Anime’) a La Valletta. Simili crocifissi furono usati durante la tradizionale predica di tre ore del Venerdì Santo, poiché era possibile liberare le braccia di Cristo dalla croce e abbassare il corpo come per sepoltura, per essere posto alla pubblica venerazione. Durante la messa papale, saranno utilizzati un altare, un ambone e una cattedra lignea. Questi erano stati realizzati negli anni ottanta dallo scultore maltese Ġanni Bonnici, originariamente per la chiesa di Mosta.

A lato dell’altare, sarà collocata un’icona della Madonna di Damasco del XII secolo, nota come ‘Ta’ Damaxxena’ e attualmente conservata presso la Chiesa greco-cattolica di La Valletta. L’icona era stata venerata a Damasco, in Siria, da dove prende il nome, ed era stata portata a Malta dalla sua proprietaria, Giovanna Calamia, una illustre signora greca di Rodi. Il gran maestro La Valette era molto devoto a questa icona. Quando i Cavalieri di San Giovanni e i maltesi sconfissero gli ottomani turchi durante il Grande Assedio del 1565, il gran maestro La Valette donò il suo cappello e la sua spada alla Madonna di Damasco come offerta votiva. Ci sarà un’area riservata durante la messa per le persone in sedia a rotelle e un’area per i non udenti che necessitano di un interprete nella lingua dei segni maltese. Migliaia di persone hanno chiesto il posto ai Granai durante i primi due giorni di registrazione. Gli iscritti riceveranno via e-mail un biglietto da presentare il giorno stesso. La Chiesa incoraggia i presenti a pensare al futuro e a utilizzare i mezzi pubblici. Chiunque abbia bisogno di maggiori informazioni sulla messa che sarà celebrata da papa Francesco può inviare un’e-mail a papalvisit@maltadiocese.org.

Nell’udienza generale del mercoledì 22 gennaio 2020, papa Francesco disse così su noi maltesi: E l’ospitalità degli isolani maltesi è ripagata dai miracoli di guarigione che Dio opera attraverso Paolo sull’isola. Quindi, se la gente di Malta fu un segno della Provvidenza di Dio per l’Apostolo, anche lui fu testimone dell’amore misericordioso di Dio per loro. Carissimi, l’ospitalità è importante; ed è pure un’importante virtù ecumenica. Anzitutto, significa riconoscere che gli altri cristiani sono veramente nostri fratelli e nostre sorelle in Cristo. Siamo fratelli. Qualcuno ti dirà: ‘Ma quello è protestante, quello ortodosso …’ Sì, ma siamo fratelli in Cristo. Non è un atto di generosità a senso unico, perché quando ospitiamo altri cristiani li accogliamo come un dono che ci viene fatto. Come i maltesi – bravi questi maltesi – siamo ripagati, perché riceviamo ciò che lo Spirito Santo ha seminato in questi nostri fratelli e sorelle, e questo diventa un dono anche per noi, perché anche lo Spirito Santo semina le sue grazie dappertutto”.

di Fra Mario Attard