‘L’appostolo dei migranti’, così l’ha ben descritto l’arcivescovo di Malta, mons. Charles Scicluna. La morte di mons. Philip Calleja, che per 70 anni ha lavorato a favore degli emigranti maltesi, dei rifugiati in cerca di asilo a Malta e a favore della Chiesa a Malta è stata una grande perdita sia per lo stato maltese e anche per la stessa Chiesa. Infatti, mons. Calleja è morto martedì 16 agosto 2022, alle ore 3.45 presso la Casa del Clero, a Fleur-de-Lys, alla bellissima età di 93 anni. Mons. Philip Calleja nacque l’8 dicembre 1928 a La Valletta ed è stato ordinato sacerdote il 2 agosto 1953. Per circa 50 anni, è stato direttore della Commissione Emigranti, fondata nel 1950 all’interno dell’Azione Cattolica a causa del grande esodo dei maltesi verso l’estero. Mons. Philip Calleja offriva aiuto alle persone che intendevano continuare a vivere all’estero. Nel tempo, attraverso la Commissione Emigranti, ha anche iniziato a offrire un aiuto concreto agli immigrati e rifugiati qui a Malta. Ecco le reazioni dei suoi due successori alla guida della Commissione Migranti. Il primo è mons. Alfred Vella, che lo sostituiva come direttore della Commissione nel 2003. Mons. Vella l’ha definito come “una persona perseverante che aiuta a tutti i costi, anche se sembrerà antipatica”. Ha detto che hanno lavorato bene insieme per circa 18 anni, quando mons. Calleja ha continuato a contribuire anche se il suo mandato era terminato. Mons. Vella ha detto che, in quegli anni, ha imparato molto dall’esperienza di mons. Calleja in migrazione. Alla domanda se c’era una frase che era solito a dire e che è rimasta con lui, ci ha detto: “Vediamo che facciamo solo del bene e lasciamo il male”.
Mons. Vella ha descritto mons. Calleja come un uomo determinato perché fu pronto a “dare la propria vita per la giusta causa e per la giustizia per dare a queste persone la dignità e la vita migliore che meritavano dopo essere sfuggite da circostanze difficili come la guerra”. Egli aggiunse che don Filippo, come era conosciuto o meglio ‘il mons’ come tutti lo chiamavano, era solito riconoscere che a Malta non ci sono risorse sufficienti per tutti, quindi, non esiterebbe affatto a farsi la faccia affinché gli immigrati provino a rifugiarsi in un altro paese che può offrire loro maggiori opportunità. Mons. Vella ha citato come esempio un’occasione in cui si erano recati all’ambasciata americana per chiedere l’aiuto degli americani, una discussione che ha dato i suoi frutti perché negli anni l’America ha accolto più di 5.000 migranti. Mons. Vella ha ricordato che mons. Calleja faceva anche molta beneficenza con i maltesi, compresi quelli che volevano viaggiare in altri paesi dopo la povertà che c’era qui nel nostro Paese dopo la seconda guerra mondiale. Mon. Calleja ha fatto molto bene anche in questo senso.
L’attuale direttore della Commissione Migranti, don Anton d’Amato, ha affermato che, negli ultimi 70 anni, mons. Philip ha lavorato molto con gli immigrati che cercavano un futuro migliore e ha lavorato instancabilmente a beneficio delle persone che cercavano asilo a Malta. Don Anton l’ha definito un pioniere in questo lavoro. La Commissione Migranti, dove ha lavorato per molti anni senza sosta, ha salutato la memoria di mons. Calleja mentre ringrazia Dio per il servizio e lo zelo che questo sacerdote ha avuto nel suo lavoro, per quelle persone che hanno dovuto lasciare le loro case. Mons. Calleja gode numerosi riconoscimenti internazionali e locali per il suo impegno in questo campo. Nell’omelia del suo funerale, avvenuto venerdì 19 agosto 2022 alla Chiesa dei Gesuiti a La Valletta, l’arcivescovo di Malta, mons. Charles Scicluna disse così nella sua omelia ai funerali mons. Philip Calleja: “Ricordo ancora con il cuore pesante, ma con gli occhi lucidi, mi spiegò il lavoro di pazienza, a volte lavoro ingrato, che continuava a dedicarsi fino alla fine e a parlare con i migranti – non con gli emigranti – con gli immigrati che arrivano sulle nostre coste perdute, senza radici, senza futuro e verrebbero da lui, di qualunque religione essi siano, di qualunque cultura e provenienza, troverebbero in lui l’orecchio della pazienza e il cuore che comprende, ma anche un forte istinto e propositivo nel fare qualcosa. Si è guadagnato la fiducia di molti, l’ammirazione di tutti noi”. Grazie carissimo mons. Philip! Che il Signore ti dia la vita eterna perché sei stato veramente e splendidamente l’apostolo dei migranti a Malta! Il Signore ti darà la pace eterna!
di Fra Mario Attard