Nella mia recente visita a Medjugorje, il Signore ha voluto che imparassi tante cose, in modo particolare quando sono andato per l’apparizione della Madonna al centro Magnificat gestito da Maria Pavlovic-Lunetti. Entrando nel Centro Magnificat, subito ho sentito una grande benedizione scendere su di me. Ho apprezzato tantissimo il fatto che Maria ci ha accolti nel bar del Centro e mi ha offerto un caffè. Questo semplice gesto di amore fraterno mi ha impressionato molto. Così, sono e devono essere i servi del Signore Gesù e i figli e le figlie di Maria Nostra Madre. L’ospitalità è il DNA del vero servo/serva di Maria. Basta ricordare il suo comportamento quando seppe che Elisabetta, sua parente (vedi Lu 1,36), diventò mamma anche lei. San Luca ci dice su Maria: “In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1:39). Quella frase ‘in fretta’ (Lc 1:39), nel greco originale ‘ἐπορεύθη’ (‘eporeuthē’), mi ha colpito tantissimo. In quella frase, ho notato l’urgenza di entrare nell’etos di Maria e, con il suo materno accompagnamento, anche io, come lei, custodisco tutte queste cose nel mio cuore (Lc 2:51). Ma che cosa custodisco? Primo, quello che è scritto al bar del Centro Magnificat di Medjugorje, cioè, ‘Fai della tua VITA un SOGNO e di un sogno una REALTÀ’. Dalla vita nascono i sogni che diventano, poi, con la preghiera assidua, il discernimento e l’azione, una splendida e meravigliosa fruttuosa realtà. Dunque, in, con e per mezzo di Gesù, che è la mia vita (vedi Gv 14,6), io posso sognare i suoi sogni e fare i suoi progetti!
Secondo, l’ennesima e la seconda frase che ho visto ancora al bar di Maria Pavlovic-Lunetti, è la seguente: ‘Ami tanto. Vivi bene’. Ma di quale amore stiamo parlando? L’unico amore che esiste è quello del servizio. Si ama davvero chi serve e non si serve. È nel servire che si fa crescere perché si relaziona, confronta e matura, quotidianamente. Queste due frasi, presenti nel bar del Centro Magnificat di Medjugorje, mi hanno fatto riflettere sulle fortissime parole che papa Francesco disse sabato 12 marzo 2016, quando parlò proprio sulla relazione tra Misericordia e Servizio: “Lavando i piedi agli apostoli, Gesù ha voluto rivelare il modo di agire di Dio nei nostri confronti e dare l’esempio del suo ‘comandamento nuovo’ (Gv 13,34) di amarci gli uni gli altri come Lui ci ha amato, cioè dando la vita per noi…”. L’amore, quindi, è il servizio concreto che rendiamo gli uni agli altri. L’amore non sono parole, sono opere e servizio; un servizio umile, fatto nel silenzio e nel nascondimento, come Gesù stesso ha detto: “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3). Esso comporta mettere a disposizione i doni che lo Spirito Santo ci ha elargito, perché la comunità possa crescere (cfr 1Cor 12,4-11). Inoltre, si esprime nella condivisione dei beni materiali, perché nessuno sia nel bisogno. Questo della condivisione e della dedizione, a chi è nel bisogno, è uno stile di vita che Dio suggerisce anche a molti non cristiani, come via di autentica umanità… L’amore e la carità sono i servizi per aiutare gli altri, servire gli altri. C’è tanta gente che passa la vita così, nel servizio degli altri. La settimana scorsa, ho ricevuto una lettera di una persona che mi ringraziava per l’Anno della Misericordia; mi chiedeva di pregare per lei, perché potesse essere più vicina al Signore. La vita di questa persona è curare la mamma e il fratello: la mamma è a letto, anziana, lucida, ma non si può muovere, e il fratello disabile è sulla sedia a rotelle. Questa persona, la sua vita, è servire e aiutare. E questo è amore! Quando tu ti dimentichi di te stesso e pensi agli altri, questo è amore! E con la lavanda dei piedi il Signore ci insegna a essere servitori, di più: “servi, come Lui è stato servo per noi, per ognuno di noi”. Che bellissima lezione imparata dal bar del Centro Magnificat di Medjugorje!
di Fra Mario Attard