“Si scrivono trattati sull’inclusione. Rendersi conto di ciò che è nella concretezza, è tutt’altro. Come si presenta, nella massima semplicità è altro ancora; l’accoglienza e l’integrazione – ha dichiarato la dirigente scolastica Rita Troiani, dell’Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II di Capo D’Orlando –, è la gioia e la contentezza provata nell’essere stata rincorsa nel corridoio e nelle scale della scuola da Malik, un ragazzo di terza media proveniente dal Senegal che ha voluto calorosamente salutarmi e ringraziarmi al termine del suo brillante esame di terza media, esprimendosi in perfetto italiano, ricco di contenuti. Malik che ha ringraziato tutti i professori, il personale, i compagni di scuola, uno per uno, la scuola nella sua integrità, sentendosi felicemente accolto, assaporando la vera contentezza di sentirsi uno di tutti”. Malik è un adolescente, arrivato in Italia dal Senegal avendo voluto seguire il padre, che, da qualche tempo, si trovava regolarmente in Italia per lavoro. Al suo arrivo lo scorso anno, è stato inserito nella seconda classe di scuola media ad anno scolastico iniziato, una classe multietnica, presso l’Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II di Capo d’Orlando. Malik non conosceva neppure una parola in lingua italiana eppure, pieno di entusiasmo e di buona volontà volendo affiancare il suo papà nell’avventura italiana, ha iniziato con l’opportunità offertagli, di essere inserito nella scuola per imparare e integrarsi.
Nessun ostacolo: con l’affetto, l’amicizia e la disponibilità offerti dai suoi compagni di scuola Malik, col suo modo di fare, l’entusiasmo manifestato, e deciso a superare ogni difficoltà che si presentava, è stato accolto dai compagni di scuola coi quali ha imparato subito a parlare in italiano. Malik aveva espresso il desiderio di affiancare il suo papà nell’avventura italiana e mirava a un suo grandioso progetto, quello di migliorarsi e di superare tante difficoltà inserendosi nella classe, prima comunità dopo la famiglia. Un’esperienza straordinaria. Malik non ha subìto l’esperienza della solitudine in un paese lontano dal suo, dal resto della sua famiglia lontana, da sua padre che durante il giorno lavorava, Malik ha trovato tante porte aperte, quelle dei suoi compagni di scuola che lo invitavano a fare i compiti insieme nel pomeriggio e a stare a casa loro. In meno di due anni dal suo arrivo in Italia, il giovane Malik ha imparato a scrivere e parlare italiano, a partecipare a tutti i progetti extracurriculari che fanno parte di tutte le attività programmate ad inizio d’anno, a comprendere la gioia dell’ospitalità vedendosi aperte molte porte e ricevuto con accoglienza. Non ha mai avvertito cos’è la solitudine, la nostalgia di stare lontano da casa in un paese straniero, l’Italia non è un paese straniero, è anche il suo Paese.
di Anna Franchina