L’Italia intera è rimasta sconvolta dalla morte di Giulia Cecchettin, giovanissima vittima a soli 22 anni di femminicidio. La tragica fine di Giulia Cecchettin ci ricorda, ancora una volta, l’urgente necessità di una presa di coscienza collettiva riguardo alla violenza di genere. Il femminicidio è un fenomeno dilagante che non può essere ignorato o sottovalutato. La memoria di Giulia Cecchettin e di tutte le vittime di femminicidio deve essere preservata e onorata attraverso azioni concrete. È fondamentale che la società nel suo complesso si mobiliti per contrastare questa piaga, promuovendo una cultura del rispetto e dell’uguaglianza. Solo così si può sperare di porre fine a questa triste realtà e di costruire un futuro in cui ogni donna possa vivere libera e sicura. Le migliaia di chiavi che hanno risuonato in Prato della Valle all’uscita della bara di Giulia, forse, questo è l’auspicio di molti, faranno la Storia. Il poeta e scrittore Rosario La Greca di Brolo (Messina), come segno di vicinanza alla famiglia di Giulia, ha composto la lirica ‘Non silenzio ma rumore’, che di seguito pubblichiamo:
NON SILENZIO MA RUMORE
“Il tuo sorriso è il messaggio più bello, il tuo amore un messaggio per il mondo”
Non un attimo di silenzio, ma rumore, il silenzio è complice, è assassino. Col silenzio un angelo è volato in cielo, più in alto del sole, della luna, oltre le nuvole, lasciando un fiume di dolore e stupore.
Un candido fiore è stato reciso nell’oscurità della notte, col sommesso frinire delle cicale, il tremolio delle stelle, l’ululato del vento, nella vertigine di una danza infernale.
Non un attimo di silenzio, ma rumore, il silenzio è complice, è assassino. Giulia, col silenzio sei volata in cielo, ora il tuo nome risuona forte nei palpiti dei cuori smarriti e riaccende ogni sopita speranza.
La speranza di un’alba nuova, dove germoglia e fiorisce l’amore vero “che non urla, non picchia, non uccide”. Così il dolore, le ferite, saranno spazzati via da ogni comunità, segno di grande civiltà e umanità.