Messina – Pagine di Storia cittadina nella biografia di San Placido

Appassionato delle cose della mia città, ho letto la biografia di San Placido di mons. Pantaleone Minutoli. L’ho trovata molto interessante poiché è uno scrigno di notizie storiche. L’Autore ha messo da parte ogni disquisizione critica e si è basato sulla tradizione e sugli scritti dei nostri migliori storici, ha inquadrato il filo degli avvenimenti senza indulgere alla fantasia, seguendo, semplicemente – come ho già detto – la nostra tradizione popolare che può dar poco, ma non sa mentire e non bisogna aver l’ardire di toccare perché è un’autentica gloria di Messina.

Dovrebbero leggere questa biografia i giovani che crescono sradicati ed ignari, e i negatori della tradizione che asseriscono che San Placido non è un martire messinese. Questa biografia l’ho trovata – dicevo – molto interessante ed ho così appreso che la mamma di San Placido era messinese, che San Benedetto ha mandato San Placido nella nostra città che era, allora, stretta tra la Capperrina, dove sorge il Santuario di Montalto, e Rocca Guelfonia, per rendersi conto dei beni di suo padre, Tertullo, un nobile ricco, romano, e per fondare un Monastero che fu costruito dopo quello di Montecassino.

Si trovava al di là del Torrente Boccetta, fuori delle mura della città dove sorgono i resti della grande Chiesa di San Giovanni di Malta, accanto alla Prefettura, annessa al Monastero che si riempì di giovani messinesi che praticarono la Regola dell’ora et labora. San Placido fu poi raggiunto dalla sorella Flavia, Eutichio e Vittorino. Nel 541, vi fu l’invasione dei pirati con a capo Mamuca, che sbarcarono nei pressi del Faro in una località che si chiama, appunto, Acqualadroni.

I pirati assaltarono il Monastero e appiccarono il fuoco. I monaci furono incatenati e condotti fuori del Monastero, sulla spiaggia, dove furono uccisi. Si salvò dal martirio Gordiano che diede sepoltura ai compagni. San Placido e i fratelli furono sepolti nella Chiesa, gli altri trenta compagni martiri sulla spiaggia. Nel 1588, il 4 agosto, furono trovati i corpi, quelli di San Placido e dei fratelli furono trovati sotto l’altare maggiore, in un sepolcro in marmo. Quando fu aperto, i corpi emanavano soavissimo odore. Da quel giorno, iniziò una grande devozione. Ci furono tanti prodigi e guarigioni bevendo l’acqua miracolosa scaturita nel luogo dove si erano trovati i corpi dei Martiri, fu chiamata l’acqua di San Placido.

Il pozzo dell’acqua miracolosa fu sepolto sotto lo sterro quando fu costruito il Palazzo del Governo, nonostante l’opposizione dei devoti messinesi, per odio anticlericale, perché nulla doveva rimanere della Messina cristiana. Poi l’acqua miracolosa è stata trovata scavando un pozzo di 7 metri, nella villetta antistante la Chiesa.

di Alfonso Saya