Il Conservatorio ‘Arcangelo Corelli’ – Istituto Superiore di Studi Musicali di Messina si apre, ancora una volta, alle musiche del territorio. Dopo i seminari etnorganologici, dedicati rispettivamente alla famiglia dei flauti di canna (semplici, doppi e tripli), ai clarinetti di canna (semplici e doppi) e alla zampogna ‘a paro’, ovvero al patrimonio etnorganologico di più antica memoria di area siciliana, ecco un terzo incontro dedicato ai ‘Balli e Serenate della tradizione siciliana’. L’appuntamento, fortemente voluto dal presidente, dott. Giuseppe Ministeri, e dal direttore del Conservatorio, maestro Antonio Averna, è in programma il prossimo giovedì 28 novembre, alle ore 10.30, presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Studi Musicali di Messina. A favorire questo inedito incontro tra le forme musicali di tradizione orale e la massima istituzione musicale messinese, il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani e l’Associazione culturale Kiklos, custodi degli antichi suoni e voci che animavano i contesti di lavoro e di festa delle comunità rurali.
Il programma prevede, in particolare, una prima parte seminariale a cura di Mario Sarica, curatore scientifico del Museo, e una seconda parte concertistica che avrà come protagonisti ‘I Mandolini dei Nebrodi’, gruppo strumentale-vocale d’eccellenza di Galati Mamertino, guidato dal maestro Calogero Emanuele. A far interagire i livelli musicali popolari e colti, inoltre, ci saranno i docenti del Conservatorio, Antero Arena e Giuseppe Santamaria. Il maestro Arena restituirà il suono originario a un raro violino del 1927, costruito dal liutaio messinese Giuseppe Jonata, che fa parte delle collezioni del Museo dei Peloritani, e che per l’occasione è stato ‘tirato a lucido’ dal maestro Santamaria. Lo stesso maestro Santamaria, poi, farà ascoltare uno dei piani meccanici a rullo custoditi nel laboratorio organologico del Conservatorio, dal quale, peraltro, sono stati tratti tre ballabili che verranno eseguiti al violino dal maestro Arena assieme agli strumentisti de ‘I Mandolini dei Nebrodi’.