L’Associazione di Manutenzione all’interno della diocesi di Gozo ha svelato un altro progetto di restauro e conservazione che viene portato avanti con fondi europei. Infatti, esso è uno dei tanti progetti in corso nelle chiese di Gozo. L’opera dell’artista del ventesimo secolo, Ġużeppi Briffa, viene nuovamente apprezzata in tutto il suo splendore nella chiesa parrocchiale di Kerċem. La chiesa parrocchiale della Madonna tas-Sokkors e San Girgor il-Kbir, a Kerċem, ha una delle più grandi opere d’arte di Ġużeppi Briffa. Il dipinto sul soffitto di questo Santuario descrive gli episodi più importanti della vita di San Gregorio, il santo patrono.
Noel Formosa, dall’Associazione di Manutenzione, si è espresso così: “L’opera di Ġużeppi Briffa nella Chiesa di Kercem è uno dei soffitti più belli che esistano nell’arte moderna. Si allontanò dallo stile barocco, ma non completamente, anche se ci sono molti elementi importanti. Forse in un momento in cui eravamo innamorati del barocco, ecco perché questo è un progetto di conservazione così importante che non ne troviamo un altro simile a Malta quando si tratta di grandi opere importanti in cui c’è la Chiesa e l’intero soffitto. Nato nel XX secolo a B’Kara, Ġużeppi Briffa è certamente uno dei più grandi artisti del suo tempo. Non ha mai cercato la fama, sebbene le sue opere siano diffuse in varie chiese di Malta e Gozo. In Kerċem, il tono della sua arte può essere visto nella chiesa parrocchiale da un capo all’altro, come un esempio vivente del suo talento. Stiamo dando a Gozo ciò che quelli che ci hanno preceduto si sono lasciati alle spalle. Lo stiamo facendo in modo che serva di più per il futuro e siamo anche in grado di salvaguardare il grande patrimonio che quelli che ci hanno preceduto si sono lasciati come eredità”, ha affermato Noel Formosa.
Il sig. Formosa ha detto che i fondi europei sono come la manna dal cielo per questo vasto progetto di restauro e che stanno anche aiutando varie chiese di Gozo a proteggere il patrimonio di arte religiosa. Parlando su San Gregorio Magno Papa Emerito Benedetto XVI ci fa assaggiare un po’ la saggezza di questo grande Papa Benedettino. Questo lo fa nella sua seconda catechesi sul santo del mercoledì 4 giugno 2008: “Il testo forse più organico di Gregorio Magno è la Regola pastorale, scritta nei primi anni di Pontificato. In essa, Gregorio si propone di tratteggiare la figura del vescovo ideale, maestro e guida del suo gregge. A tal fine, egli illustra la gravità dell’ufficio di pastore della Chiesa e i doveri che esso comporta: pertanto, quelli che a tale compito non sono stati chiamati non lo ricerchino con superficialità, quelli invece che l’avessero assunto senza la debita riflessione sentano nascere nell’animo una doverosa trepidazione”.
Riprendendo un tema prediletto, egli afferma che il vescovo è, innanzitutto, il ‘predicatore’ per eccellenza e, come tale, egli deve essere innanzitutto di esempio agli altri, così che il suo comportamento possa costituire un punto di riferimento per tutti. Un’efficace azione pastorale richiede poi che egli conosca i destinatari e adatti i suoi interventi alla situazione di ognuno: “Gregorio si sofferma a illustrare le varie categorie di fedeli con acute e puntuali annotazioni che possono giustificare la valutazione di chi ha visto in quest’opera anche un trattato di psicologia. Da qui, si capisce che egli conosceva realmente il suo gregge e parlava di tutto con la gente del suo tempo e della sua Città. Il grande Pontefice, tuttavia, insiste sul dovere che il Pastore ha di riconoscere ogni giorno la propria miseria, in modo che l’orgoglio non renda vano, dinanzi agli occhi del Giudice supremo, il bene compiuto”. Per questo, il capitolo finale della Regola è dedicato all’umiltà: “Quando ci si compiace di aver raggiunto molte virtù è bene riflettere sulle proprie insufficienze e umiliarsi: invece di considerare il bene compiuto, bisogna considerare quello che si è trascurato di compiere”.