G.A.S. è l’acronimo scelto da tre artisti di fama internazionale: Gimaka, Alex e Sadif

Una lunga scia permanente. Che non si può nascondere. Che non si farà dimenticare. G.A.S. è l’acronimo scelto da tre artisti che l’establishment vorrebbe divisi, irreparabilmente, irrevocabilmente. Che qualcuno ha deciso far appartenere a mondi diversi, per cultura, nazionalità, linguaggio, scuole e tecniche artistiche. Tre artisti la cui unione urla più forte di questo prepotente strappo che la storia contemporanea vorrebbe insanabile. Gimaka dal Senegal, Alex dall’Italia, Sadif dall’Egitto hanno deciso di gridare più forte. Un collettivo d’arte indipendente che sa di provocazione, che ha il sapore accattivante di un abbattimento totale, di una spallata decisa a muri e barriere, dalle cui macerie creare una nuova genesi che torni al principio. Con la piena consapevolezza di chi sa che spezzare equilibri consolidati non farà riscuotere in cambio grate ovazioni in gloria della moltitudine.

Con la forza di chi può volare oltre questi vacui attestati di vaga stima. G.A.S. vuole abbattere le barriere che impediscono il libero pensiero, vuole distruggere per ricostruire. Sganciandosi dai legami immanenti in cui la maggioranza vede vincoli e limiti, si eleva a nuovi orizzonti. Il collettivo G.A.S. irrompe, si impone, contrasta, denuncia. Le opere G.A.S. non si esauriscono nella loro mera realizzazione, ma mirano a penetrare e confondersi con il nostro quotidiano, contagiarne prassi e routine, ‘vivere con’ noi. Tendendo la mano verso l’uomo, verso i suoi dubbi, confortando le sue certezze, ma continuando in eterno a provocare la sua mente, spogliandola delle sue sovrastrutture, perché mai si posi inconsistente sul comodo giaciglio del putrido preconcetto. Perché mai dimentichi che la sua pura natura viaggia nuda in divine altitudini di umanità.