Più lenti, depressi e vulnerabili psicologicamente, fanno meno sesso, escono di meno, ma sono degli estranei per i loro genitori: è il ritratto degli adolescenti di oggi, la generazione dello smartphone. Negli Usa, li chiamano iGen, ma le loro caratteristiche valgono anche per i ragazzi di casa nostra. A lanciare l’allarme sono i pediatri dell’Associazione culturale pediatri sulla loro rivista, Quaderni, per “salvare una generazione impreparata a diventare adulta”. I teenager “non sono solo più sedentari e grassi, ma letteralmente sdraiati – scrive Augusto Biasini, pediatra dell’Ospedale Bufalini di Cenena –, sono più lenti nel correre e ogni 10 anni perdono 5 chilometri orari in velocità”. Ma non è questo l’unico danno prodotto dallo stare sempre con gli occhi sullo smartphone. Che siano poveri o ricchi, che vivano in metropoli o in piccole città, “sono più a loro agio in casa, sdraiati a letto, che fuori a una festa o in auto. Non escono – osserva – perché la loro vita sociale avviene sull’iPhone.
Il numero di ragazzi che esce con gli amici quasi ogni giorno è calato del 40% dal 2000 al 2015”. Sono, inoltre, meno interessati alle relazioni con l’altro sesso: l’appuntamento dopo essersi parlati avviene solo per il 56%. Fanno anche meno sesso: nel 2016, era il 67% in meno del 1991. “Passano molto tempo in famiglia, ma sono estranei ai loro genitori. Sono più al sicuro da alcol e incidenti – prosegue – perché meno interessati all’autonomia e alla libertà. A fine liceo, il 25% dei ragazzi non ha ancora la patente”. (Ansa).