Il movimento Siciliani Liberi, insieme all’intera area indipendentista, già da parecchi anni denuncia, a ogni latitudine, il furto patito dalla Regione Siciliana e dal Popolo Siciliano ad opera del Governo italiano, in merito alla questione sanitaria. Tale crimine, iniziato nel 2006, si concretizzò nel 2009 sotto l’egida del Governo Prodi. L’atto scellerato, compiuto ai danni dei siciliani, consisté nell’incremento della compartecipazione da parte della Regione Siciliana alla spesa sanitaria dal 42% al quasi 50%. Di contro, lo Stato Italiano, per compensare l’aumento della spesa sanitaria, avrebbe dovuto stornare alla Regione Siciliana 600.000.000 di euro l’anno, derivanti da accise sui carburanti prelevati sempre in Sicilia. Ad oggi, sarebbero stati più di sei miliardi di euro investiti nella nostra Sanità, dinamica questa che, ovviamente, non si concretizzò mai. Le conseguenze sono i gravissimi ridimensionamenti negli organici e nelle infrastrutture sanitarie, la chiusura di un numero più che considerevole di presidi ospedalieri e adesso, purtroppo, l’innegabile impossibilità di far fronte, in maniera ottimale, all’emergenza pandemica in corso. Ecco servito il dramma che oltre 5.000.000 di siciliani rischiano di patire sulla propria pelle!
Ad oggi, nessun presidente della Regione siciliana e nessun politico siciliano, eletto nei partiti italiani, ha alzato la voce pretendendo di avere indietro dallo Stato italiano quanto ci spetta, anzi la maggior parte dei ‘nostri’ politici hanno appoggiato la scellerata decisione dei tagli alla Sanità, sebbene il nostro statuto ci consenta un’autonomia decisionale anche in campo sanitario (si veda l’art. 17). Siciliani, pretendiamo il diritto alla salute! Oggi più che mai, ne vediamo la necessità: una Sanità che ci tuteli tutti i giorni, ma soprattutto in periodi straordinari di emergenza come quello che la comunità sta vivendo. Siciliani Liberi continuerà a difendere il popolo siciliano e a lottare per i suoi diritti. Ripudiamo con fermezza la politica dei partiti italiani e chiediamo con forza a chi, oggi, rappresenta la Sicilia di intervenire, tempestivamente. Domani, potrebbe essere già troppo tardi!