‘La luce di Lourdes’ il libro di Antonio Scalisi

Con questa breve nota, darò notizia di un recentissimo libro: un’esperienza di devozione mariana collocata sullo sfondo degli eventi che danno inizio alla realtà straordinaria di Lourdes, le apparizioni alla veggente Bernadette. Un libro composto con la scrittura agile e fine del dotto, eppur semplice, perché intende non celare ai ‘piccoli’ il messaggio: in effetti, Antonio Scalisi ci offre il proprio diario di Lourdes non nella veste dell’illustre giurista, qual egli è, ma piuttosto in quella di Hospitalier e di Unitalsiano, e ancora di confratello dell’Ordine Francescano Secolare, qual egli è pure: dunque, nella sua veste ed essenza di cristiano, di cattolico della milizia umile che predica il Vangelo e lo vive nell’amore del prossimo e nel servizio al sofferente. A questa scelta, centrale nella seconda parte del libro per il rendiconto di una ‘vita ai piedi di Maria’, Scalisi si è lasciato indurre volendo avviarsi dietro alla Croce, dietro alle croci, per un cammino che, sull’esempio di Maria, non si limita ad accompagnare la sofferenza dell’altro, la condivide in quel viaggio tra dolore e speranza, sin dentro le acque di quella piscina che rasserena, purifica, converte: potremmo parlare di questo come di un cammino di ‘volontariato’, a condizione, però, di intendersi sul punto che si tratta di una sperimentazione biografica, della quale ci si offre una ‘realtà’, che vede Scalisi compagno d’altri eppur protagonista, in un luogo nel quale misteriosamente – o potrei dire misticamente – il sano si ritrova malato e ottiene una terapia che non ha chiesto; e il malato riacquista la salute: sempre quella spirituale, talora anche nel corpo.

E ciò per intercessione di Colei che fu, da Canaan ad oggi, pronta a ‘servire’ chi, debole, si affida a lei, potente, perché la sua flebile voce possa giungere a Dio; di Colei che è guida nelle incertezze della via: luce che orienta, secondo l’imperativo di Colui che, proclamatosi Luce del Mondo, ha donato ai Suoi il compito di farsi luce a loro volta, e ‘sale’ che dà sapore alla vita. In questa prospettiva, Scalisi si propone quale granello di un rosario umano, un filo sottile eppur saldo fatto da quanti si sono immersi e lavati nella fonte perenne che sgorga nella grotta e la Vergine indicò a S. Bernadette. Nella prima parte del libro, espone una lucida ricostruzione storica portandoci nel vivo della società del tempo (‘Lourdes nella cultura di Fine Ottocento’), a cominciare dal momento in cui inizia a brillare quella ‘Luce di Lourdes’ che vivida brilla ancor oggi, e ancor oggi apre alla speranza i cuori, mentre, nell’infuriare della pandemia e dello scetticismo intellettuale, si serrano i portali delle chiese, si interdicono i lavacri nella santa piscina. La cronaca degli eventi storici avvince il lettore, sebbene altri libri, molti libri, li abbiano già raccontati ed essi siano stati, più volte, oggetto di trascrizione filmografica.

Dallo scritto di Scalisi, tuttavia, essi emergono come nuovi, mai uditi prima, in una narrazione capace di mantenere in suspense un lettore che ben conosce lo svolgimento del dramma sacro: miracolo e somma di miracoli, voluto da Maria per aver consegnato a Bernadette preghiere, moniti ed esortazioni, innamorandola del Cristo, istruendola nella fede, tramutandola da candida fanciulla del contado francese in eroina della fede e guida per chi verrà dopo. ‘Illuminata’ da Maria, e su sua stessa richiesta, Bernadette si fa, dunque, maestra ed esempio a sua volta, e prende nelle mani un cero simbolico, che – commenta Scalisi – significa piena, gioiosa, accettazione del servizio e speranza infallibile nell’annuncio del Vangelo: speranza di un Aldilà beato per chi pratichi la ‘imitazione’ di chi lo ha preceduto nella ‘imitazione’ del Cristo; speranza del soccorso certo da lui accordato a chi preghi la sua Santa Madre. Un soccorso che, come nella Sua vita terrena, reca miracoli di guarigione e di conversione.

di Rosa Maria Lucifora