Negli ultimi mesi, i social media hanno dato ampio spazio agli odiatori seriali, i cosiddetti haters, e ai complottisti sul Coronavirus, mettendo in evidenza numerosi atteggiamenti deplorevoli. Ma quali sono i numeri di questo fenomeno? Facebook – principale social network di Mark Zuckerberg – ha pubblicato nuovi dati che mettono in risalto la quantità di contenuti controversi, su cui è intervenuta nei primi tre mesi del 2020. A causa della diffusione di notizie false, teorie di cospirazione e livelli crescenti di contenuti infiammatori che circolano online, il social network – insieme ad altre piattaforme online – ultimamente, è stato messo sotto pressione per regolare meglio ciò che sta accadendo. I contenuti, che Facebook sta attivamente cercando di tenere fuori dal suo sito, possono essere suddivisi nelle seguenti categorie: violenza grafica, profili fasulli, nudità adulta e attività sessuale, organizzazioni pericolose relative a terrorismo, razzismo, discriminazioni, odio organizzato, bullismo e molestie, nudità infantile e sfruttamento sessuale, suicidio e autolesionismo, immagini di droghe e armi da fuoco e, ultimo, ma non meno importante, lo spam. Nel primo trimestre del 2020, 1,9 miliardi di post, che rappresentavano circa il 95 % di tutti i contenuti presi in considerazione, esclusi gli account falsi classificati come spam, sono stati rimossi da Facebook. Anche 25,5 milioni di post, con contenuti violenti e grafici non idonei, sono stati eliminati o coperti con un avviso.
Allo stesso modo, il 99% di tutti i messaggi, contrassegnati come contenenti nudità o attività sessuali per adulti, è stato individuato e identificato automaticamente prima che giungessero opportune segnalazioni a chi di competenza. Di tali messaggi, 39,5 milioni sono stati contrassegnati con un’etichetta di avvertimento o cancellati in totale. Anche se migliorata, la tecnologia di Facebook dà ancora, a parere di molti, risultati poco soddisfacenti nell’identificare i messaggi contenenti discorsi di odio. Dei 9,6 milioni di contenuti, contro cui l’azienda ha preso provvedimenti, solo l’89% è stato segnalato da Facebook prima che fossero gli utenti a segnalare una violazione degli standard comunitari della piattaforma. Nel corso del terzo trimestre, 1,7 miliardi di account falsi sono stati disattivati e rimossi dopo pochi minuti dalla registrazione. Quando si tratta di spam, disabilitare con urgenza i falsi account, è fondamentale. Non sono mancati, per i motivi espressi, le critiche a facebook, accusata di non fare abbastanza anche per fermare le bufale sul Coronavirus, sui metodi per curare l’infezione e sulle teorie complottistiche della sua diffusione che intorbidiscono l’ambiente creando non pochi problemi e difficoltà ad esponenti sanitari e politici che devono mantenere la dritta per non creare false attese e danni alla salute. Non sono mancati, ancora, gli annunci incontrollati – più di 2,5 milioni – relativi alla vendita di mascherine, disinfettanti per le mani, per le superfici e kit per i test Covid-19, che hanno creato molta confusione.
di Sergio Lanfranchi