Messina distrutta

All’alba del 28 dicembre 1908,

alle ore 5.20, un lampo ed un forte boato

scuotono la gente nel sonno..

un terribile terremoto, in 36 secondi…

sconquassò la città di Messina

portando distruzione e morte.

La gente vide una nuvola di polvere.

fumo e fiamme che s’innalzava

fino a spegnere ad una ad una, le stelle

si trovò al buio, sotto una pioggia torrenziale,

I superstiti feriti e sanguinanti, disperati

gridavano, piangevano, chiedevano aiuto;

altri chiamavano per nome i loro cari

quando sentivano un gemito, un lamento,

una voce… a mani nude muovevano le macerie

e disseppellivano i vivi e recuperavano i morti…

La gente impaurita, correva, cercava spazi aperti.

si dirigeva verso il Porto, sperava di salvarsi,

invece, un’onda alta, anomala del maremoto

spazzò attrezzature, barili e merci…

risucchiò barche, uomini e macerie…

Della vecchia Messina, son caduti

secoli di Storia, di nobiltà e ricchezza…

Sul Forte “San Salvatore”, ora,

la Madonna della Lettera,

guarda e benedice Messina con i suoi figli.

Col segno della Croce, La salutano

i naviganti. 

Il poeta Giovanni Querci fa una cruda descrizione del terribile terremoto di Messina che, all’alba fatale del 28 dicembre del 1908, in 36 secondi, distrusse la città di Messina e di lei, non restò più niente, non restò altro che polvere e fumo; crollarono le Chiese, crollarono i Monumenti…, volò la sua memoria… Messina sembrava morta, sembrava non aver più Storia, sembrava che di tanta bellezza, di tanta grandezza, restasse “l’orma nel cielo e l’eco nel mare…”, sembrava che restasse solo la poesia…, ma il gallo cantò, il leone ruggì ed è risorta Messina, la nostra bella Città, grazie ad un grande Pastore, Angelo Paino, l’uomo segnato dal Destino: coniugò Maria e Messina: Binomio di Gloria, Binomio di Vittoria.