L’abbiamo scampata bella dopo momenti di scontri titanici contro l’Olanda uscita francamente malconcia, abbandonata dagli altri populisti. Gli è rimasto fine alla fine un solo strenuo sostenitore contro ogni evidenza, il nostro Salvini, ormai ridotto peggio che al Papete. Il Cavaliere, al contrario, conferma abilità e intuito politico, purtroppo assente – non dirò inutilmente – nella Meloni, impegnata in una inesorabile auto sconfitta. Non si può continuare a dire sterilmente ‘no’ a tutto e, comunque, ripetere che la pur precaria maggioranza Conte 2 porta l’Italia al disastro, quando si finisce per fare sempre da pappagallo rispetto alle proposte della Lega e si dà per scontato un risultato favorevole alle regionali, mentre tutto il quadro è in grande sconquasso. Tutto questo è conseguenza cronica del guardare a ogni decisione e scelta di campo interno e internazionale con la deformazione di far fuori ‘l’avvocato del popolo’ e la sua sbrindellata maggioranza. Per entrambi, professor Conte e alleati litigiosi, alla fine le conclusioni di Bruxelles – dopo trattative estenuanti, vertici notturni, pomeridiani e diurni, cioè aggiornamenti e rinvii continui come e peggio che nel costume di Palazzo Chigi – risultano un compromesso accettabile e utile. Frutto, soprattutto, del sapiente e fermo lavoro della Von der Leyen e del nostro presidente del parlamento europeo Sassoli che hanno, efficacemente, portato avanti la prospettiva iniziale di Merkel e Macron. Trattando discretamente con gli altri interlocutori fino a dividere lo stesso fronte non solo dei cosiddetti ‘frugali’ e il blocco populista dell’Est europeo. Naturalmente, anche in questo caso non è mancato un bel po’ di ‘mercato delle vacche’ – come volgarmente si dice – e la gran quantità di risorse disponibili grazie anche al costante atteggiamento di apertura e di comprensione della Lagarde è risultato contributo non secondario.
Il nostro presidente Conte, come sempre, non si è mai trattenuto dal dichiarare in continuazione in ogni passaggio della trattativa, anche in modo forse eccessivo, contento di tornare a Roma vincitore. Forse andando oltre il giusto e necessario, anticipando il suo personale giudizio “ora il Mes non ci serve più”, facendo finta di ignorare le diversità sostanziali esistenti al riguardo da parte delle numerose componenti della sua maggioranza. Forse un eccesso di entusiasmo nell’euforia dell’ultima notte e delle ultime ore, mostrando, tuttavia, una spiccata propensione verso le posizioni ben note dei 5Stelle e quasi compiendo una vera e propria invasione di campo in direzione di tutti gli altri alleati. Comunque, anche per questo verso il presidente si è mostrato cavaliere ed eroe solitario, intenzionato a cogliere i frutti del suo combattimento quasi costi quel che costi. Invece, il risultato per molti versi sicuramente ‘storico’ dell’ultimo vertice di Bruxelles dà inizio a un cammino molto impegnativo e difficile, a cominciare dai nuovi strumenti e procedure messe in campo per l’utilizzo dei fondi e per la loro concreta ed effettiva disponibilità nei bilanci dei singoli stati. Questa Europa che faticosamente si muove – fortunatamente, tutto sommato, in avanti e nella direzione giusta – ha tanto cammino ancora da compiere e tante difficoltà ancora da superare.
di Nuccio Fava