Dal Taccuino di Nuccio Fava – Il nuovo ponte del dolore e del riscatto meglio del Governo rissoso e inconcludente

Purtroppo, non è colpa dell’opinione pubblica se l’orientamento dei cittadini passa in poche ore da un senso di sollievo e di riscatto per la ricostruzione, veloce e molto bella del nuovo Ponte San Giorgio di Genova che riapre mobilità e speranza non solo alla Città di Genova, in poche ore si sprofonda in un senso di frustrazione e di impotenza. La responsabilità è – se non tutta –, prevalentemente, della politica, della modestia dei suoi attori, dei continui scontri e delle ripicche su tutto, delle comparsate tv a ripetizione, della disinvoltura di dichiarazione avventate e rischiose per la salute di tutti come nella sconcertante diatriba sulle mascherine. Si dirà, del resto, che Trump lo fa con disinvoltura in USA, dove il Covid-19 ha, da tempo, raggiunto il non invidiabile primato mondiale. Ebbene, dopo tutte le rappresentazioni compiute, Trump si è, disinvoltamente, presentato a volto coperto, raccomandando a tutti di imitarlo per contribuire, finalmente, ad arrestare i contagi e le morti. Certi nostri ministri e leader politici non sono da meno, a cominciare dalle contraddizioni strumentali e di propaganda sul delicatissimo tema dei migranti.

La ministra Lamorgese, a differenza del suo predecessore, sta, a fatica, dispiegando una strategia costruttiva di contenimento e di controllo, impedendo la vergogna e la tragedia delle morti in mare. La nuova strategia punta a risolvere il superamento dei cosiddetti ‘decreti sicurezza’ di salviniana memoria, già squalificati di fronte all’opinione pubblica del mondo intero e consegnati al giudizio dei magistrati siciliani. Ma anche su questo importantissimo problema si gioca di tattica e furbizia con le riserve già espresse da parte del leader temporaneo dei 5stelle, onorevole Crimi, mentre il ministro Di Maio convoca di premura l’ambasciatore della Tunisia, Paese alle prese con una crisi senza precedenti. Poche ore prima, tra l’altro, la ministra dell’Interno aveva raggiunto, nella notte, l’accordo politico nella maggioranza proprio sulla materia, ora rimessa in discussione. Con una diatriba sui tempi entro cui portare il provvedimento in consiglio dei ministri, non prima di settembre, e con il rischio della clausola ‘salvo intese’. Per non dire della scelta irresponsabile dei treni veloci di stabilire vetture a capienza completa e senza mascherine. Addirittura, seguiti da analoga decisione per i treni locali e i mezzi pubblici in alcune Regioni del Nord. Forse il mio animo è troppo esacerbato e il rischio del buio prevale su altri colori che, fortunatamente, restano. Spesso, però, non è facile coglierli, specie nella vita pubblica che, sempre, dovrebbe risultare esemplare per i cittadini, in particolare, i giovani in formazione.

di Nuccio Fava