Tyndaris Augustea: Un viaggio nel tempo

Gli dei abitano questa terra: la loro presenza è vicina, invisibile nella superba bellezza di queste mura. Niente, qui, si lascia né dire, né dipingere: qui, nella terra degli dei si esulta… Fu destino che nessuno in questa terra sfuggì mai al suo incanto”. È questo il fil rouge della terza edizione di Tyndaris Augustea, evento teatrale itinerante, così, come è stata ripensato dal suo ideatore, Anna Ricciardi, direttore artistico del Festival: “Il 21 agosto sarà un viaggio nel tempo, dove le memorie e i miti si fondono per riscoprire l’antica Tyndaris e le sua storia …. i suoi paesaggi e i suoi monumenti saranno scenario di pièce teatrali indimenticabili. Sarà il tempo dei riti benevoli, degli dei protettori, di miracoli antichi, eterni. Qui, la ricerca dei testi e la messinscena si fonda con la storia dei monumenti e di Tindari, è un’operazione quasi michelangiolesca, tiriamo fuori le emozioni e le vicende evocandoli dalla suggestione dei luoghi stessi. Qui, il teatro si fa luogo, le parole si fanno epos, lo spettatore è esso stesso protagonista di un’esperienza sensoriale a tutto tondo!”.

Note di Regia

I Tre i momenti performativi, in programma dalle ore 19.30 alle 21.30 (è necessario acquistare il biglietto online, fino a esaurimento posti), si snodano dall’Agora dove Luca Fiorino, interpreta e dirige la pièce, Castore e Polluce, I Dioscuri: così, la introduce “Divinità Propiziatrici, protettori di Tindari, dei marinai e patroni dell’arte poetica, della danza e della musica: Sono gemelli, indissolubilmente, legati tra loro, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro in qualsiasi istante, portatori di fratellanza vera, autentici testimoni di somiglianza e diversità al tempo stesso. In questo monologo che dà voce a Castore, il gemello nato mortale, si racconta non solo il legame che i due Dioscuri hanno con Tindari, ma si racconta, soprattutto, del loro legame di fratellanza, del loro amore viscerale e imprescindibile, del loro essere insieme fino alla fine che li ha portati, come racconta il mito, a diventare due stelle, insieme. Due stelle luminose, propizie, due stelle di buona sorte, due buone stelle, insomma. E di buone stelle, oggi più che mai, ne abbiamo davvero un grande bisogno”.

Il secondo momento, Marco Aurelio Discorso ai Siciliani, si svolgerà all’ingresso principale del monumentale Gymnasium, tra il decumano comparirà l’imperatore Marco Aurelio, interpretato dall’avvincente Elio Crifò: “È un Marco Aurelio rappresentato in tutta la sua augusta romanità e in tutta la sua intimità filosofica che mette in evidenza la stretta dipendenza tra la grandezza di un Impero e la grandezza di ogni singolo cittadino dell’Impero”.

Il terzo momento si svolgerà al Teatro Greco, il teatro che ha per scena l’orizzonte infinito del mare dove si svolgerà Ifigenia In Aulide, di Euripide: l’adattamento e la regia sono curate da Cinzia Maccagnano: “Questa è la tragedia che indaga nella profondità dell’umanità, svelatasi in tutta la sua fragilità. Euripide ci offre un caleidoscopio di emozioni, di guizzi in una interiorità tormentata, in cui l’eroicità cede al turbamento della decisione. Agamennone è, sicuramente, il protagonista della tragedia: incarna l’ossimoro dell’amore paterno, il negare il futuro di una figlia. Non eroi, quindi, ma uomini, padri, madri e giovani che incarnano purezza e giustizia”.

Salvo Nigro, autore delle musiche, rielabora – con il suo tipico rovello creativo – suoni e ritmi del Mediterraneo e della fascia balcanica, senza trascurare la forza espressiva dei suoni orchestrali classici per esaltare l’imponenza dei luoghi. Infine, per l’occasione le coreografie sono state curate da Gemma Lo Bianco e restituiscono la forza delle danze antiche orientali. Le Introduzioni storico-archeologiche sono, invece, curate da Archeo Me.