Il Salmo 139 parla sull’onniscienza di Dio. Ma, nell’onniscenza di Dio stessa, noi troviamo lì chi veramente siamo! Dice il salmista a metà del Salmo: “Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene” (Sal 139,13-14).“La nostra grandezza come uomini e donne sta nel fatto che Lui chi ha fatti in modo stupendo” (Sal 139, 14). Siccome siamo creature assai dettagliate e, allora, sensibilissimi, noi certamente dimostriamo la sua maestria nel crearci! Rendendo conto che il fatto di essere stati creati dal Iddio noi siamo il risultato, lo strumento e la destinazione finale dell’amore eterno. Che bellezza! Ma questo amore si è incarnato. Dice il famosissimo prologo del vangelo di Giovanni: “E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità” (Giov 1,14). Ma è vero che la parola ha abitato per un tempo fra di noi o questa parola sta ancora abitando in mezzo a noi? Se capisco bene il concetto dell’incarnazione la parola sta vivendo in mezzo a noi! Se no come giustifichiamo il fatto che, lo stesso Gesù, proprio alla chiusura del vangelo di Matteo, ci dice chiaramente: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente?” (Mat 28,20). E se Gesù vive ancora in mezzo a noi, come lo riconosciamo? Nella intera creazione c’è presente il Cristo! È Lui l’inizio e la fine di tutta la creazione! Non esiste la creazione senza Gesù, Dio incarnato! Ossia vero Dio e vero uomo!
Dunque, alla presenza del Cristo in tutte le creature, noi, gli uomini, sentiamo l’obbligo dell’amore di ringraziarlo! Cioè di contemplarlo! Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione. A te solo, o Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionarti. Lodato sii, mio Signore, insieme a tutte le creature, specialmente per il signor fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu tramite lui ci dai la luce. E lui è bello e raggiante con grande splendore: “Te, o Altissimo, simboleggia. Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai create, chiare preziose e belle. Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per l’aria e per il cielo; per quello nuvoloso e per quello sereno, per ogni stagione tramite la quale alle creature dai la vita. Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura. Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. Egli è bello, giocondo, robusto e forte. Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti, con fiori variopinti ed erba. Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore, e sopportano malattie e sofferenze. Beati quelli che le sopporteranno serenamente, perché dall’Altissimo saranno premiati. Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare, guai a quelli che moriranno mentre sono in peccato mortale. Beati quelli che troveranno la morte mentre stanno rispettando le tue volontà”.
In questo caso la morte spirituale non procurerà loro alcun male. Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà. Il Signore è lodato per se stesso, per la sua creazione e per le persone che fanno la sua volontà specialmente nel perdonare e nel vivere nello stato della grazia santificante! Perché nella infinta bontà e fiducia di Dio per noi, noi troviamo la forza di andare verso di Lui! Devi dire, insieme con il figlio prodigo, al Nostro Padre nei Cieli: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi” (Lu 15,18-19). “Contemplare il Cristo significa dire SI alla volontà del Padre Nostro. Ecco, vengo per fare la tua volontà” (Eb 10,9). “Soltanto così che noi contempliamo vero la sua gloria (cfr. Giov 1,14) in noi e intorno a noi! È in questo alzarsi e andarsi incontro (cfr. Lu 15,18) verso il Padre a causa di Cristo, Figlio del Padre e Nostro Fratello, che sta veramente la nostra vera identità come figli di Dio!”.Papa Francesco la riassunse benissimo quando, nella sua meditazione mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae di venerdì 26 settembre 2014, disse: “La carta d’identità del cristiano deve coincidere in tutto e per tutto con quella di Gesù. Ed è la croce ciò che ci accomuna e ci salva. Perché ‘se ognuno di noi non è disposto a morire con Gesù, per resuscitare con lui, ancora non ha una vera identità cristiana’”.
di Fra Mario Attard