Nell’attuale contesto contemporaneo dove la famiglia, come l’ha voluta esplicitamente Dio stesso nella Santa Scrittura, cioè il uomo, la donna e i figli come il frutto del loro amore, è, pericolosamente, minacciata da vari elementi, è fondamentale ricordarsi di nuovo il concetto della vera famiglia. Il santo che abbiamo celebrato in questi giorni, san Giovanni Paolo II, la cui festa è stata il giovedì 22 ottobre 2020, ci aiuta parecchio nell’avere la giusta concezione della famiglia. Prima di tutto la famiglia è l’amore personalizzato in una comunità di persone. Nella sua esortazione apostolica sui compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi, Familiaris Consortio, Papa Wojtyla scrisse: “La famiglia fondata e vivificata dall’amore, è una comunità di persone: dell’uomo e della donna sposi, dei genitori e dei figli, dei parenti… come, senza l’amore, la famiglia non è una comunità di persone, così senza l’amore, la famiglia non può vivere, crescere e perfezionarsi come comunità di persone” (Familiaris Consortio, n. 18). L’amore tra gli sposi è totale, libero e pienamente voluto da entrambi. È proprio questo amore che fa della famiglia una chiesa domestica. Nel suo discorso ai membri del Tribunale della Sacra Romana Rota del 28 gennaio 1982, il santo pontefice polacco disse: “Il consenso nuziale è un atto di volontà che significa e comporta un dono mutuo, che unisce gli sposi tra di loro e insieme li lega ai loro eventuali figli, con i quali essi costituiscono una sola famiglia, un solo focolare, una ‘chiesa domestica’”.
Poi, nell’amore, la persona è amata e mai usata per gli scopi puramente edonistici. Nel suo celebre libro Amore e responsabilità, Karol Wojtyla scisse: “La persona dev’essere trattata come un oggetto d’amore, non un oggetto di godimento. L’amore coniugale è un amore fedele fino alla fine”. Nel Familiaris Consortio, san Giovanni Paolo II osservò: “Gli sposi sono, pertanto, il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla Croce; sono l’uno per l’altra e per i figli, testimoni della salvezza, di cui il sacramento li rende partecipi” (Familiaris Consortio n. 13). E, infine, il matrimonio cristiano è una via di santità per gli sposi stessi! Dice il Familiaris Consortio: “Il matrimonio cristiano, come tutti i sacramenti che ‘sono ordinati alla santificazione degli uomini, alla edificazione del Corpo di Cristo, e, infine a rendere culto a Dio’, è in se stesso un atto liturgico di glorificazione di Dio in Gesù Cristo e nella Chiesa” (Familiaris Consortio, n. 56). Da questi piccoli citazioni, già si nota come la santa persona e gli scritti di san Giovanni Paolo II sono veramente un grande fonte di difesa e, nello stesso tempo, la riscoperta generativa della bellezza e la santità della famiglia come uomo, donna e, il frutto del loro amore, i figli.