La data del sabato 31 ottobre 2020, primo vespro della solennità di tutti i santi, rimarrà una data storica per la cappellania del Centro Oncologico Sir Anthony Mamo. Proprio in questo giorno indimenticabile ebbe inizio, ufficialmente, il culto di san Leopoldo Mandic grazie alla reliquia del santo che ora siede nella cappella del Centro Oncologico. San Leopoldo Mandic, il santo patrono dei malati di tumore – anche lui paziente dell’oncologia – è uno splendido modello su come vive questa malattia e anche su come nutre gli attitudini evangelici dell’amore, misericordia e comprensione per quelli che servono e curano Gesù presente in questi pazienti. Siccome san Leopoldo è pioniere dell’ecumenismo – esattamente perché il suo sogno era di essere missionario nel vicino Oriente per il preciso scopo di ricomporre l’unità tra i fratelli ortodossi e quelli della Chiesa cattolica –, è stata una cosa buona e giusta invitare papas Martin Zammit, un sacerdote greco bizantino cattolico della Chiesa di Nostra Signora di Damasco a La Valletta, per presiedere la celebrazione. In questa celebrazione semplice, che ha dato il via ufficiale dell’avventura spirituale della reliquia di san Leopoldo Mandic nel Centro Oncologico Sir Anthony Mamo, io e papas Martin abbiamo pregato insieme tre bellissime preghiere che vengono, direttamente, dall’Oriente cristiano.
La teologia semplice, ma profonda, che sta alla base di queste preghiere, mi ha toccato il cuore. In esse, Gesù viene presentato come il Signore, Salvatore fatto Uomo, e Medico dell’anima e del corpo. Le preghiere affermano che Gesù guarisce con la sua parola divina e servono anche a far ricordare che Nostro Signore guarì la suocera di Pietro. Gesù è quello che benedice la medicina usata per la guarigione ed è anche quello che, tramite la sua compassione e misericordia, dà la forza alla persona malata di sopportare questa malattia che l’affligge. Il periodo della malattia è visto come un tempo dove si benefica, spiritualmente, nel unirsi sempre di più alla volontà del Cristo. Infine, queste preghiere apprezzano e invocano la benedizione celeste sui lavoratori sanitari che fanno di tutto per aiutare i pazienti sofferenti. Spiritualmente, sia io che papas Martin abbiamo sentito e vissuto insieme la gioia di san Leopoldo per questa semplicissima celebrazione, silenziosissima, ma ricca di significato. Infatti, quando abbiamo pregato insieme davanti al nostro carissimo e fratello comune Leopoldo ci siamo resi conto che egli già cominciava a rimboccarsi le maniche per lavorare duro e sul serio! Evidentemente, i santi si irrobustiscono enormemente nella loro santità terrena quando entreranno in cielo! Nella sua lettera enciclica sull’impegno ecumenico Ut Unum Sint, san Giovanni Paolo II scrive: “La Chiesa deve respirare con i suoi due polmoni!” (nro.54). E deve non soltanto respirare, ma specialmente nel mondo odierno operare pastoralmente coi suoi due polmoni! Il resto lo lascio nelle mani dell’esperto nella materia: san Leopoldo Mandic!
di Fra Mario Attard