Se ne è andato a sorpresa, come quando sbucava alle spalle di un difensore e si faceva appena in tempo a vedere il pallone in rete. Nell’anno più brutto, il mondo dice addio dopo Maradona anche a Paolo Rossi, il capocannoniere del mondiale 1982, di una notte magica in Spagna, un campione la cui popolarità ha raggiunto vette elevatissime anche fuori da quelle che, allora, erano le traiettorie abituali della passione calcistica. Era l’immagine dell’Italia nel mondo, di lui parlavano ovunque, taxisti colombiani e soldati cinesi, infermieri del Ghana e bambini della striscia di Gaza: merito, certo, di quei sei gol in tre partite nell’estate del 1982 (3 al Brasile, 2 alla Polonia e uno alla Germania in finale) che fecero riversare in strada un Paese intero, felice di festeggiare un successo mondiale atteso 44 anni. A dare notizia della morte del campione, che aveva 64 anni e da tempo lottava con una brutta malattia, nella notte la moglie Federica Cappelletti. “Per sempre”, ha scritto la Cappelletti pubblicando sul social network una foto di lei col marito. Negli stessi minuti dava conto della scomparsa di ‘Pablito’ anche il vicedirettore di RaiSport, Enrico Varriale: “Una notizia tristissima, ci ha lasciato un indimenticabile che ci ha fatto innamorare tutti in quell’Estate dell’82 e che è stato prezioso e competente compagno di lavoro negli ultimi anni”.
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