Conferenze in remoto su eredità dei Classici e pandemia organizzato dall’AICC di Potenza

La delegazione potentina dell’Associazione Italiana di Cultura Classica ha inaugurato, nel pomeriggio di sabato 19 dicembre, un ciclo di conferenze in remoto sul tema La lezione della peste: riflessi sociali, culturali e antropologici delle epidemie nella lettura dei classici: il ciclo è stato programmato dal direttivo della delegazione, presieduta dal prof. Raffaello Mecca, già preside del Liceo Classico Quinto Orazio Flacco, che ha egli stesso moderato questo primo incontro, premiato da un vasto successo di pubblico. All’attuazione ha collaborato uno staff composto da professori del Liceo Orazio e dalla preside, Silvana Gracco (tutti, per altro, soci dell’AICC), che ha curato l’inserimento dell’iniziativa nel catalogo delle attività accreditate su SOFIA, la piattaforma ministeriale per la formazione continua dei docenti della scuola pubblica italiana. Relatore il prof. Aldo Corcella, presidente onorario e fondatore della delegazione potentina dell’AICC, direttore del Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo dell’Unibas, filologo classico di rinomanza internazionale, che ha offerto al pubblico una lettura lucidissima del celebre passo di Tucidide sulla peste di Atene. Testo di grande significatività, perché Tucidide – autorevolissimo storiografo ‘razionalista’ – immette quell’evento terribile, ma tutto sommato locale, in una meditazione che va ben oltre la disfatta di Atene nella guerra del Peloponneso: una testimonianza puntigliosa e dolente, nella quale si susseguono il manifestarsi e l’ingravescenza dei sintomi patologici, il dilagare dell’epidemia, l’impotenza della medicina a curare, convergendo in un quadro sconvolgente di degrado sociale e di fallimento politico.

Aldo Corcella offre, così, una lucida, avvincente, riflessione su quello che per profondità di pensiero e problematicità di prospettive è un irrinunciabile paradigma di confronto per molti autori, dall’età classica al medioevo e oltre, intesi a narrare la pestilenza: un paradigma che ripropone a chi sappia guardare all’universalità, senza farsi fuorviare dalle categorie di tempo e spazio, un quadro patologico, morale, e politico di inquietante attualità. Il prossimo incontro del ciclo avrà luogo il 16 gennaio, tenuto dalla prof.ssa Rosa Maria Lucifora (Dipartimento di Scienze Umane, Unibas), che discuterà di un passo tratto dalle Metamorfosi ovidiane: alla comunità di Egina, distrutta dalla peste, Zeus dona un miracolo di riparazione, commosso dalle preghiere del sovrano Eaco. La dimensione fantastica del mito, come spesso in Ovidio, richiede una interpretazione simbolica, che potrebbe guardare alle devastazioni dell’epidemia come a ‘correlativo oggettivo’ di quelle prodotte sul territorio romano dalla guerra civile. In quest’ottica, il ripristino della comunità egineta, ottenuto da Eaco con intense preghiere, si fa ‘specchio’ della capacità umana di provare compassione, di combattere il male, di risorgere. Seguiranno, con titoli da definire, ma secondo il calendario dell’acclusa locandina, conferenze del prof. Raffaello Mecca, della prof.ssa Gagliardi (Liceo Orazio Flacco), dalle prof.sse Maria Pia Ellero e Maria Teresa Imbriani (Dipartimento di Scienze Umane Unibas).