Cominciamo l’anno 2021 sotto la cura della Madre di Dio

Finisce la notte di san Silvestro e entriamo, gioiosamente, nell’anno nuovo, il Capodanno. Speriamo che questo anno sarà di buon auspicio ora che c’è il vaccino contro il Covid-19 che sta girando intorno! Il 1° gennaio, la chiesa universale celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Quest’ultimo è il sommo titolo che possiamo mai dare alla grandissima Maria di Nazareth. Questo dogma (verità di fede) fu proclamata solennemente nel Concilio di Efeso precisamente dell’anno 431. Essa è il risultato più che logico di quello che è veramente il Nostro Signore Gesù Cristo, cioè che in lui, la seconda persona della santissima trinità, la natura umana e divina fanno l’unica persona del verbo, Gesù Cristo. Di conseguenza, venne affermata anche la maternità divina di Maria. Con questa grandissima festa viene implicitamente celebrata la conclusione dell’Ottava di Natale. Ora, dal 1968, il grande papa Paolo VI volle che in questo giorno speciale si celebrasse anche la Giornata mondiale della Pace. Da lì, è cominciata anche la tradizione che il papa dà con il suo messaggio nella giornata mondiale della Pace. Come disse papa Francesco nel messaggio del 1° gennaio 2020, Maria, nostra Madre, è il fulcro dell’unità della chiesa. Dalla brutta esperienza della pandemia del Covid-19 e diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione (nro.1) e gli altri eventi che hanno segnato il cammino dell’umanità nel 2020, il messaggio di papa Francesco per la giornata della pace, il cinquantaquattresimo, ci impegna ad attivare la cultura della cura.

Dice il pontefice: “La cultura della cura come percorso di pace. Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente (nro. 1). Perché la cultura della cura ha, come origine, Dio, il massimo punto di riferimento per la vocazione umana alla cura. E questo Dio creatore, che è il modello della cura, si manifesta pienamente nel ministero di suo Figlio Gesù, la cura incarnata del Padre per noi. Poi, Gesù passò e sta passando questa cultura della cura nella vita dei suoi seguaci, la chiesa. Essa ha preso sul serio il mandato di Gesù e ha fatto sì che, tramite la sua dottrina, essa divulga la cultura della pace. Ecco i principi della dottrina sociale della Chiesa per una cultura della cura: La cura come promozione della dignità e dei diritti della persona; La cura del bene comune; la cura mediante la solidarietà e la cura e la salvaguardia del creato (nro.6)”. Se la cultura della cura è la bussola per una rotta comune per l’umanità è essenziale l’educazione alla cultura della cura. Scrive papa Francesco: “La promozione della cultura della cura richiede un processo educativo e la bussola dei principi sociali costituisce, a tale scopo, uno strumento affidabile per vari contesti tra loro correlati. Vorrei fornire al riguardo alcuni esempi”.

L’educazione alla cura nasce nella famiglia, nucleo naturale e fondamentale della società, dove s’impara a vivere in relazione e nel rispetto reciproco. Tuttavia, la famiglia ha bisogno di essere posta nelle condizioni per poter adempiere questo compito vitale e indispensabile. Sempre in collaborazione con la famiglia, altri soggetti preposti all’educazione sono la scuola e l’università, e analogamente, per certi aspetti, i soggetti della comunicazione sociale. Essi sono chiamati a veicolare un sistema di valori fondato sul riconoscimento della dignità di ogni persona, di ogni comunità linguistica, etnica e religiosa, di ogni popolo e dei diritti fondamentali che ne derivano. L’educazione costituisce uno dei pilastri di società più giuste e solidali. Le religioni in generale, e i leader religiosi in particolare, possono svolgere un ruolo insostituibile nel trasmettere ai fedeli e alla società i valori della solidarietà, del rispetto delle differenze, dell’accoglienza e della cura dei fratelli più fragili. Ricordo, a tale proposito, le parole del papa Paolo VI rivolte al Parlamento ugandese nel 1969: “Non temete la Chiesa; essa vi onora, vi educa cittadini onesti e leali, non fomenta rivalità e divisioni, cerca di promuovere la sana libertà, la giustizia sociale, la pace; se essa ha qualche preferenza, questa è per i poveri, per l’educazione dei piccoli e del popolo, per la cura dei sofferenti e dei derelitti”.

A quanti sono impegnati al servizio delle popolazioni, nelle organizzazioni internazionali, governative e non governative, aventi una missione educativa, e a tutti coloro che, a vario titolo, operano nel campo dell’educazione e della ricerca, rinnovo il mio incoraggiamento, affinché si possa giungere al traguardo di un’educazione “più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, di dialogo costruttivo e di mutua comprensione”. Mi auguro che questo invito, rivolto nell’ambito del Patto Educativo Globale, possa trovare ampia e variegata adesione. Preghiamo Maria, la Madre di Dio e nostra Madre, che, attraverso la sua materna intercessione, tutti insieme collaboriamo per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca (nro.9). Che la vergine Maria, stella del mare e Madre della speranza, ci aiuta ad impegnarci, ogni giorno e concretamente, per “formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri” (no.9). Un santo anno 2021 pieno di cura per i più bisognosi!

di Fra Mario Attard