Oggi, si fa un gran parlare di inquinamento, di cambiamento climatico e delle conseguenze catastrofiche cui il pianeta va incontro. Si mobilitano, per evidenziare il problema, politici, amministratori, giovani che hanno trovato in tempi recenti nella giovane svedese Greta Thunberg una portabandiera che richiama alle responsabilità, in materia di cambiamento climatico, i governanti e quanti giocano un ruolo importante nel sistema e non si adoperano per mettere in atto le misure per il contenimento del riscaldamento globale al di sotto dei 2°C di aumento. Di fronte a tanto clamore, non potevamo aspettarci che il grido d’allarme, lanciato già lo scorso giugno dall’Agenzia spaziale Europea (ESA), successivamente confermato dall’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), rimanesse inascoltato.
L’ESA aveva evidenziato la forte, pericolosa, concentrazione di ossidi dell’azoto e polveri sottili nella Pianura Padana. Causa più che probabile la forte concentrazione in quel perimetro di industrie, motori diesel, concimi chimici e altre sostanze inquinanti. Oggi, nella Pianura Padana, definita dalla Nasa ‘la camera a gas d’Italia’, dove vivono milioni di persone, le concentrazioni di polveri sottili ad alto rischio sono 46/48 microgrammi per metro cubo d’aria contro la media di 13 microgrammi in Norvegia, 15/16 in Svezia e Inghilterra, 17 in Danimarca, 20 in Austria, 25 in Olanda. L’Italia, nella sua totalità, nel ‘Rapporto annuale sulla qualità dell’aria’ redatto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, risulta al primo posto per 14.600 morti premature dovute a biossido di azoto, 3.000 dovute all’ozono e 58.600 dovute al particolato fine PM2.5. Ugo Taddei, avvocato di ClientEarth, Ong di diritto ambientale, avverte il governo italiano che “deve impegnarsi, già con la legge di Bilancio, stanziando risorse per aiutare i cittadini a scegliere una mobilità che non danneggi la salute. E le Regioni, in particolare le più colpite come quelle del Bacino padano, devono predisporre piani per la qualità dell’aria ambiziosi, limitando la circolazione dei veicoli più inquinanti e investendo sul trasporto pubblico”.
Tra le città del Nord Italia e anche dell’Europa, la più inquinata, con valori Pm 2,5 e Pm 10, risulta, inoltre, la Città di Padova. Secondo AEA, l’inquinamento è rilevante anche nelle aree rurali per sforamenti del particolato. Uno studio condotto per molti anni, e pubblicato di recente sulla Rivista ‘The Lancet Oncology’, ha richiamato l’attenzione sulla correlazione tra l’inquinamento e diversi tipi di tumore. Anche numerosi studi eseguiti dall’Università di Padova hanno rilevato il legame tra smog e malattie cardiovascolari e respiratorie con grave rischio di mortalità. Legambiente, nel suo ultimo rapporto ‘Mal’aria 2019’, ha inserito nella top ten delle città più inquinate d’Italia Padova, Venezia, Rovigo e Treviso. A fronte delle gravi situazioni emerse, non si riscontrano provvedimenti adeguati a superare, o quantomeno migliorare, la situazione. Quelli, ad oggi, posti in essere appaiono deboli e inadeguati.
di Sergio Lanfranchi