Le stelle cadenti d’autunno pronte a dare spettacolo: nel cielo sono di scena le Orionidi, meteore ‘figlie’ della Cometa di Halley, che hanno raggiunto il picco all’alba del 21 ottobre. Quest’anno, le condizioni di osservazione, meteo permettendo, sono ottimali “Perché la Luna è del tutto assente. Tramontando nella prima parte della notte, la Luna lascia, completamente, la scena libera alle Orionidi”, ha detto all’ANSA l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope. Le Orionidi prendono il nome dalla costellazione di Orione, che ospita il radiante dello sciame, ossia “il punto celeste da cui, prospetticamente, queste meteore sembrano scaturire”, spiega Masi. In quanto all’origine, queste meteore sono legate alla Cometa di Halley che, ha proseguito, “ha lasciato una nube di detriti lungo la sua orbita e quando la Terra la attraversa si accende la pioggia relativa di meteore”. Durante il picco, se ne possono vedere una ventina all’ora e appaiono come guizzi di luce particolarmente veloci. “Per vederle – ha aggiunto l’astrofisico – è sempre consigliabile recarsi in aree prive di inquinamento luminoso”.
Secondo Enrico Stomeo della sezione Meteore dell’Unione Astrofili Italiani (UAI), le Orionidi “saranno ben visibili dopo mezzanotte, quando il radiante a Nord della Stella Betelgeuse sarà più alto sull’orizzonte. L’assenza della Luna permetterà ogni tipo di studio: nel visuale sulle frequenze orarie e sulla distribuzione delle luminosità, nel dominio fotografico e video sulla posizione del radiante”. “Le singole associazioni di astrofili – ha rilevato Paolo Volpini della UAI – si stanno, infatti, organizzando per monitorare l’attività dello sciame di meteore e la UAI sta promuovendo osservazioni individuali, fornendo informazioni al pubblico attraverso il suo sito”. (ANSA)