L’ordine agostiniano fu istituito nel 1244. La data precisa di arrivo degli Agostiniani a Malta non è certa anche se sembra che abbiano stabilito una presenza entro la seconda metà del XIV secolo. Durante l’assedio turco del 1429, i frati agostiniani avevano perso il loro primo priorato e le loro cose. Costruiscono un altro priorato appena fuori i bastioni di Medina. Questo convento fu distrutto nel 1551 dagli stessi maltesi per timore che, con un imminente assedio turco, il priorato sarebbe stato preso in consegna dai turchi per scopi militari, in vista della sua posizione strategica. Il 28 agosto 1555, il Capitolo della Cattedrale donò all’Ordine degli Agostiniani la cappella di San Marco e una serie di case diroccate adiacenti a Saqqajja.
Girolamo Cassar fu incaricato di progettare una Chiesa e un Priorato più grandi per consentire all’Ordine Agostiniano di svolgere la sua missione a Malta. Nel corso degli anni, furono apportate alcune modifiche e, nel 1739, il Priorato fu costruito sotto la supervisione di Andrea Belli. Il priorato di San Marco è una gemma architettonica del baroque che, ad oggi, funge da centro di evangelizzazione e formazione spirituale delle vocazioni agostiniane. La sua antichità dimostra la sua gloria per il passare del tempo, motivo per cui il suo motto è Vetustior glorior (La sua antichità è testimone della sua gloria).Storicamente, la Portinerija (La Portineria) segnava la soglia tra il mondo esterno e il convento di clausura dove i membri dell’Ordine degli Agostiniani si ritiravano in una vita di preghiera, studio e raccoglimento. Un gran numero di persone chiamò alla “Portineria” per chiedere aiuto spirituale o materiale agli Agostiniani. Oggi, il Priorato è aperto ai visitatori interessati a saperne di più sulla vita agostiniana. Oltre la Portinerija, c’è un ambiente accogliente, ma solenne che comprende tutti i servizi tipici di un Priorato come un refettorio, un chiostro e la sagrestia. Due serie di scale, una delle quali è la scala regia, conducono al secondo piano.
Il chiostro era una caratteristica centrale dell’architettura monastica che soddisfaceva molteplici scopi. Portò aria e luce nel Priorato. Serviva un giardino interno dove si potevano coltivare frutta e verdura. Conteneva un pozzo da cui si poteva attingere acqua. Lo stemma agostiniano era in primo piano in un pozzo che è al centro del cortile, per ricordare che Cristo è la fonte dell’acqua viva e il rifugio delle anime ricercatrici. Soprattutto il chiostro, doveva essere uno spazio accogliente che favoriva la preghiera e la contemplazione. L’Oratorio, dedicato alla Beata Vergine Maria, Madre della Grazia, è il luogo in cui la comunità agostiniana si riunisce in varie ore del giorno per raccogliersi in preghiera, meditazione e lode a Dio. In linea con la tradizione agostiniana, la biblioteca del Priorato vanta di un’impressionante collezione di libri, che conta oltre 50.000, alcuni dei quali risalgono al XVI secolo. In passato, durante i pasti al refettorio, uno dei frati leggeva i passi della Scrittura. Qualsiasi annuncio riguardante la comunità dovrebbe essere letto anche nel Refettorio.
Appena usciti dalla porta principale di Mdina, il campanile della Chiesa Agostiniana di San Marco è immediatamente visibile. Il viale di fronte alla chiesa prende il nome da Sant’Agostino, vescovo e dottore della Chiesa. Quattro statue che raffigurano San Nicola da Tolentino, Nostra Signora della Consolazione, Sant’Agostino di Ippona e Sant’Antonio Abate, si affacciano sulla Chiesa. La facciata della Chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1693, è elegante e semplice. È stata restaurata nel 2017. La Chiesa fu progettata da Girolamo Cassar, lo stesso architetto che progettò la Concattedrale di San Giovanni a La Valletta. Si dice che questa Chiesa sia stata il prototipo della Concattedrale di San Giovanni. La Chiesa è costituita da un’unica navata con tre cappelle laterali su entrambi i lati, fu costruita su un sito che gli agostiniani acquisirono dal Capitolo della Cattedrale, nel 1555.
Il coro della Chiesa, il luogo dove la comunità prega ogni giorno, fu realizzato nel 1855. In passato, due dipinti, quello di San Marco Evangelista (16a scuola romana) e quello di Sant’Agostino (Mattia Preti, 1694) adornavano la facciata del coro. Alla fine, il dipinto di Sant’Agostino fu trasferito in sacrestia e uno scultore fu incaricato di sostituire il dipinto di Mattia Preti con una statua di Sant’Agostino. La statua in marmo, fatta in Sicilia nel 1896, si trova ora sotto il dipinto di San Marco. Ogni volta che visito questo santo luogo, mi vengono in mente le parole del grandissimo dottore e vescovo d’Ippona, quando nella sua Esposizione sul Salmo 118, scrisse: “La preghiera è un grido che si leva al Signore; … Se, invece, si grida col cuore, per quanto la voce del corpo resti in silenzio, il grido, impercettibile all’uomo, non sfuggirà a Dio”.
di Fra Mario Attard