Uno dei dipinti più preziosi che sono a Malta è quello del martirio di San Lorenzo che si trova dietro l’altare maggiore nella chiesa di San Lorenzo a Birgu. Questo capolavoro artistico fu dipinto da Mattia Preti (1613-1699) detto Il Calabrese perché era originario della Calabria nel Sud Italia. Il martirio di questo santo avvenne nel 258. Mattia Preti arrivò a Malta, nel 1662, morì e fu sepolto vicino alla sacrestia nella cattedrale di San Giovanni a La Valletta. Don Anton Testaferrata donò questo dipinto con la sua cornice di legno alla Chiesa di San Lorenzo nel 1689. Questo è il più grande dipinto di Preti e la più grande pala d’altare di Malta. Questo lavoro è, probabilmente, l’ultimo grande dipinto di Preti che mostra l’aiuto della sua bottega nello sfondo architettonico. Ovviamente, questa tela è la pittura più significativa del periodo di 37 anni di Preti a Malta.
L’angelo in alto al centro che regge la palma della vittoria e la corona del martirio è, visivamente, un elemento importante. Preti considerò questa tela l’opera d’arte più significativa del suo periodo qui a Malta e merita di essere riconosciuta come il suo più grande capolavoro. Lorenzo De Domenici, che era il biografo di Mattia Preti, scrisse che questo dipinto era il preferito di Preti. La commissione per questa opera arrivò dopo circa 10 anni di attività prolifica nella brillante carriera di Preti. Questo dipinto è molto notevole per la sua realizzazione nella sua composizione costruita su un sistema di diagonali e verticali incentrati attorno al santo martire con la sua parte più alta ricoperta da un angelo aggraziato che discende con attributi di dominio: la palma della vittoria e la corona della gloria.
Questo dipinto è valorizzato dall’uso efficace della tecnica artistica cosiddetta chiaroscuro che è più evidente nelle aree di carne nuda oscurata. Il santo è il fulcro di questo dipinto: un ministro pagano incappucciato indica una statua sulla mano destra, un idolo pagano d’oro che rappresenta Ercole (Melqart, in maltese). Il martirio di San Lorenzo misura 579 cm per 402 cm di altezza e 60 cm in più rispetto alla Decapitazione di San Giovanni Battista di Mechelangelo Merisi, detto Il Caravaggio. Nella parte superiore sinistra del dipinto, c’è Cornelius, il Prefetto di Roma che osserva l’intero processo del martirio nella piazza conosciuta come Le Olimpiadi, mentre un ministro pagano al centro sta indicando l’idolo pagano chiedendo a Lorenzo di adorarlo. Due pubblici ministeri a ogni angolo inferiore del dipinto stanno incoraggiando la fiamma fatale. Quello a sinistra sta pompando aria, mentre l’altro a destra sta lanciando pezzi di legno per incoraggiare la fiamma. Il primo raffigura il volto del vescovo di Malta, Davide Cocco Palmieri, il vescovo che inaugurò la chiesa di San Lorenzo, nel 1697, e che era alle prese con Mattia Preti. L’artista lo ha dipinto facendo qualcosa di cattivo. L’altra figura era lo schiavo dell’artista anche lui in conflitto con suo padrone. Allora, Preti l’ha dipinto con fare cattivo. Sicuramente, questo era un tipo di vendetta del pittore calabrese.
San Lorenzo al centro del quadro è raffigurato in modo apollineo, grazie all’uso magistrale della luce che a sua volta isola la figura santa da tutti i suoi persecutori e dal ministro pagano incappucciato che indica l’idolo d’oro pagano Ercole. Questo gesto, se ben studiato, svela un duplice significato. Oltre a essere una divinità pagana, Ercole mostra forza fisica e coraggio quando viene usato in seguito da molti cristiani, semplicemente per simboleggiare la vittoria sulla morte. Oltre al lavoro degli assistenti di Preti nell’esecuzione dello sfondo architettonico all’interno del quale spicca una colonna simile a quella di Traiano e una costruzione a cupola circolare e, in alcune delle figure secondarie che hanno una rigidità molto spiacevole, ci sono elementi particolari che hanno la vera freschezza di un bozzetto nella loro esecuzione, come nel caso di un giovane accovacciato vestito con la pelle all’estrema destra del dipinto.
Questo grande dipinto testimonia la preferenza di Preti per un punto di vista basso e il suo gusto per la prefigurazione ampiamente discussa dal suo biografo de Domenici. Lo splendore cromatico e la raffinatezza e il fervore religioso delle sue ultime grandi opere sono tutti presenti. La qualità e le rapide esecuzioni di questo lavoro abbondantemente discusse da de Domenici sono anche verificabili nel dipinto. Ci sono elementi citati come appartenenti a questo magnifico dipinto di de Domenici che non si trovano da nessuna parte, come il caso degli Angeli bellissimi in varie graziose attitudini e lieti graziosi puttini, così come un capitano a cavallo. Entrando nella Chiesa di San Lorenzo, lasciati ammaliare dal dipinto del Martirio di San Lorenzo!
di Fra Mario Attard