La Grotta di San Paolo a Rabat occupa un posto speciale nel cuore di ogni cattolico maltese che la considera come il luogo di nascita della religione che tiene così cara e che è una parte così intrinseca della sua stessa identità nazionale. Essa è, infatti, il punto focale di un complesso attivo, costituito da un ipogeo paleocristiano, una cripta tardo medievale, le chiese di San Paolo e di San Publio, i resti di un grande cimitero medievale, un convento che fu originariamente costruito per ospitare clero officiante presso la Grotta, e recentemente un museo con oggetti di valore artistico, archeologico e devozionale. Tradizionalmente, la Grotta è stata considerata come il luogo in cui soggiornò l’apostolo Paolo durante i suoi tre mesi di permanenza sull’isola dopo il suo naufragio in AD. 60. Lì, si è affermato, Paolo stabilì la prima chiesa, predicò, battezzò i convertiti e consacrò Publio come il primo vescovo. Il primo riferimento documentato alla Chiesa di San Paolo di cripta, così come al cimitero di San Paolo e la fossatura o fossato, vicino alla chiesa si trova in una concessione di terra da Ilario, vescovo di Malta, a Bochius di Bochio. Ella è datata nel 1366.
Nei primi decenni del XVI secolo (1600-1624), la devozione alla Grotta di San Paolo fu promossa a livello popolare, nella tradizione della Controriforma cattolica di Juan Beneguas, un nobile spagnolo di Cordova che organizzò pellegrinaggi di massa e ottenne reliquie e indulgenze per il santuario. Con un dossier di papa Paolo V del 6 dicembre 1610 e confermato il 10 febbraio 1611, la Grotta fu separata dalla parrocchia e Beneguas fu dichiarato suo patrono assoluto con il diritto di usarla come riteneva opportuno. Il 22 aprile 1617, Beneguas offrì la giurisdizione della Grotta al Gran Maestro Wignacourt che accettò l’offerta due giorni dopo e nominò Fra ‘Eugenio Remirez Maldonato come suo avvocato. Sotto la guida dell’Ordine di San Giovanni la Grotta andò bene. I successivi grandi maestri fecero tutto il possibile per dotarla di ulteriori proprietà e privilegi. Nessun cambiamento è avvenuto durante i tre mesi in cui i francesi erano a capo delle isole maltesi prima di essere assediati a La Valletta e nelle Tre Città.
Nel 3 ottobre 1807, il governatore britannico a Malta, Sir Alexander Ball, rilevò l’amministrazione della Grotta a nome del governo che accettò di pagare tutte le spese e di pagare uno stipendio ai Collegiati. Fu, soprattutto, grazie allo zelo e alle attività del canonico Giovanni Gatt Said, nominato rettore nel 1854, che molti degli antichi diritti e privilegi della Grotta furono riconquistati. Questo canonico zelante riuscì anche a ottenere ancora più onori per la Grotta dalla Santa Sede. Gli anni seguenti furono contrassegnati dall’attività protratta dal clero e dai parrocchiani di Rabat per riunire la Grotta con la chiesa parrocchiale di San Paolo da cui era stata smembrata. Questi desideri si realizzarono con una bolla papale che porta la data del 24 novembre 1962, grazie alla quale papa Giovanni XXIII riunì la grotta di San Paolo alla chiesa parrocchiale e aggiunse la chiesa parrocchiale e il collegio dei cappellani che vi officiavano al rango di collegiata.
Uno dei momenti più significativi della storia della Grotta fu il 27 maggio 1990, quando il Papa santo, San Giovanni Paolo II, ha visitato la Grotta. Lì trascorse alcuni minuti in preghiera silenziosa testimoniata in tutto il mondo per mezzo della televisione. Un altro fortissimo momento storico per la Grotta di San Paolo fu certamente la visita del Pontefice tedesco Papa Emerito Benedetto XVI, il sabato 17 aprile 2010, quando visitò Malta in occasione del 1950° del Naufragio di San Paolo nella nostra Isola. Lì, Papa Ratzinger disse: “Da questo luogo santo dove la predicazione apostolica si diffuse per prima in queste isole, invito ciascuno di voi a far propria la sfida esaltante della nuova evangelizzazione. Vivete la vostra fede in maniera ancor più piena assieme ai membri delle vostre famiglie, ai vostri amici, nei vostri quartieri, nei luoghi di lavoro e nell’intero tessuto della società maltese. In modo particolare, esorto genitori, insegnanti e catechisti a parlare agli altri del vostro stesso incontro vivo con Gesù risorto, specialmente ai giovani che sono il futuro di Malta”. “La fede si rafforza quando viene offerta agli altri” (cfr Redemptoris missio, 2).
Sappiate che i vostri momenti di fede assicurano un incontro con Dio, il quale nella sua onnipotenza tocca il cuore dell’uomo. Così, introdurrete i giovani alla bellezza e alla ricchezza della fede cattolica, offrendo loro una solida catechesi e invitandoli a una partecipazione sempre più attiva alla vita sacramentale della Chiesa. Proprio ora, mentre stavo davanti a questa grotta, riflettevo sul grande dono spirituale (cfr Rm 1,11) che Paolo diede a Malta e ho pregato che voi possiate mantenere integra l’eredità consegnatavi dal grande Apostolo.
di Fra Mario Attard