Malta – La festa di Sant’Elena a Birkirkara

Domenica 19 agosto, la Parrocchia di Birkirkara ha celebrato la festa di Sant’Elena in pompa magna. La festa liturgica di Sant’Elena si celebra ogni 18 agosto. Questa festa è speciale perché sia la processione e anche le marce delle bande si svolgono al mattino, piuttosto che alla sera come succede in tutte le altre parrocchie a Malta e a Gozo. Sant’Elena era la madre di Costantino il Grande, nata verso la metà del terzo secolo, forse a Drepanum (in seguito noto come Elenaopoli) sul Golfo di Nicosia. L’imperatrice Augusta morì circa nell’anno 330. Elena fu di umile parentela. Infatti, Sant’Ambrogio, nella sua Oratio de obitu Theodosii, si riferiva a lei come una stabularia o locandiera. Tuttavia, divenne la moglie legittima di Costanzo Cloro. Il suo unico figlio, Costantino, nacque a Naissus nell’Alta Mesia, nell’anno 274. La dichiarazione fatta dai cronisti inglesi del Medioevo, secondo la quale Elena avrebbe dovuto essere figlia di un principe britannico, è interamente senza basi storiche. Può derivare dall’interpretazione errata di un termine usato nel quarto capitolo del panegirico sul matrimonio di Costantino con Fausta, che Costantino, oriendo (cioè “dai suoi inizi”, “sin dall’inizio”) aveva onorato la Gran Bretagna, che era considerata come un’allusione alla sua nascita. Mentre il riferimento giusto fu all’inizio del suo regno.

Nell’anno 292, Costanzo, divenuto coreggente dell’Impero dell’Occidente, per motivi di natura politica, abbandonò Elena per sposare Teodora, figliastra dell’imperatore Massimiano Ercolio, suo patrono e benefattore. Ma suo figlio è rimasto fedele e leale nei suoi confronti. Alla morte di Costanzo Cloro, nel 308, Costantino convocò sua madre alla corte imperiale e le conferì il titolo di Augusta. Esso ordinò che tutti gli onori dovessero essere pagati come la madre del sovrano. Difatti, fece monete con la sua effige. L’influenza di suo figlio l’ha portata ad abbracciare il cristianesimo dopo la sua grandissima vittoria su Massenzio. Questo è attestato direttamente da Eusebio (Vita Constantini, III, XLVII): Lei (sua madre) divenne sotto la sua influenza (di Costantino) un così devoto servitore di Dio, che si poteva credere che fosse stata dalla sua infanzia un discepolo del Redentore dell’umanità. È anche chiaro dalla dichiarazione dello storico contemporaneo della Chiesa che Elena, dal momento della sua conversione, ebbe una vita seriamente cristiana e con la sua influenza e grandissimo cuore favorì la diffusione più ampia del cristianesimo.

La tradizione lega il suo nome con la costruzione di chiese cristiane nelle città dell’Occidente, dove risiedeva la corte imperiale, in particolare a Roma e a Treviri. Tramite Eusebio, sappiamo che Elena eresse chiese sui luoghi sacri della Palestina. Nonostante la sua età avanzata, intraprese un viaggio in Palestina quando Costantino, attraverso la sua vittoria su Licinio, diventò il solo padrone dell’Impero Romano, quindi, successivamente all’anno 324. Fu in Palestina, come apprendiamo da Eusebio (loc. cit., XLII), che Elena aveva decise di portare a Dio, il re dei re, l’omaggio e il tributo della sua devozione. Ella prodigò su quella terra i suoi doni e le sue buone azioni. Scrive Eusebio, la esplorò con discernimento notevole e visitò con la cura e la sollecitudine dell’imperatore stesso. Poi, quando aveva mostrato la dovuta venerazione sulle orme del Salvatore, fece erigere due chiese per l’adorazione di Dio. Una fu innalzata a Betlemme, vicino alla Grotta della Natività, mentre l’altra sul Monte dell’Ascensione, vicino Gerusalemme. Ha anche abbellito la grotta sacra coi ricchi ornamenti. Questo soggiorno a Gerusalemme ha dimostrato il punto di partenza della leggenda, prima registrata da Rufino, della scoperta della Croce di Cristo.

La sua principesca munificenza fu tale che, secondo Eusebio, aiutava non solo gli individui ma intere comunità. I poveri e gli indigenti erano gli oggetti speciali della sua carità. Vistava le chiese ovunque gli capitava con massimo zelo e le fece ricche donazioni. Fu così che, in adempimento del precetto del Salvatore, produsse frutti abbondanti in parole e azioni. Se Elena si comportasse in questo modo mentre è in Terra Santa, che è testimoniato da Eusebio stesso, vescovo di Cesarea in Palestina, non dovremmo dubitare che lei manifestasse la stessa pietà e benevolenza in quelle altre città dell’impero in cui risiedeva dopo la sua conversione. Il suo ricordo a Roma è principalmente identificato con la chiesa di Santa Croce in Gerusalemme. Nell’attuale posizione di questa chiesa, sorgeva in precedenza il Palatium Sessorianum e nelle vicinanze c’erano le Thermae Helenianae, le cui terme derivarono il loro nome dall’imperatrice. Qui sono state trovate due iscrizioni scritte in onore di Elena. Il Sessorio, che fu vicino al sito del Laterano, servì, probabilmente, come residenza di Elena quando rimase a Roma cosicché è possibile che una basilica cristiana sia stata eretta in questo luogo da Costantino, su suo suggerimento e in onore del vero legno.

Elena viveva ancora nell’anno 326, quando Costantino ordinò l’esecuzione di suo figlio Crispo. Quando, secondo il racconto di Socrate (Hist. Eccl., I, XVII), l’imperatore nel 327 migliorò Drepanum, la città natale di sua madre, e decretò che avrebbe dovuto chiamarsi Helenopolis, è probabile che Elena fosse tornata dalla Palestina a suo figlio che era, allora, residente in Oriente. Costantino era con lei quando morì, all’età avanzata di circa ottant’anni (Eusebio, Vita Constantini, III, xlvi). Questo deve essere stato circa l’anno 330, perché le ultime monete che sono noti per furono timbrati con il suo nome portarono questa data. Il suo corpo fu portato a Costantinopoli e deposto nella volta imperiale della chiesa degli Apostoli. Si presume che i suoi resti furono trasferiti nell’849 all’Abbazia di Hautvillers, nell’arcidiocesi francese di Reims, come riportato dal monaco Altmann nella sua Translatio. Fu venerata come santa e il suo culto si diffuse all’inizio del nono secolo, persino nei paesi occidentali.

Ti supplichiamo, o Padre, di esaudire, nella tua clemenza, le preghiere della tua famiglia. E com’è motivo di gioia lo zelo di sant’ Elena, che ritrovò il desiderato legno della santa Croce, così i suoi meriti e la sua intercessione ci ottengano di raggiungere l’eterna gloria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.

di Fra Mario Attard